La legge regionale sul riordino, che sarà discussa in Assemblea entro fine luglio, e la prosecuzione del confronto con il Governo e i territori per l’avvio della seconda fase di costituzione delle aree vaste interprovinciali. Questi i temi al centro del seminario dedicato a “Il riordino istituzionale in Emilia-Romagna”, promosso da Regione, Anci e Upi sul recente progetto di legge della Giunta regionale, che si è svolto questa mattina a Bologna alla presenza del sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa, del presidente della Regione Stefano Bonaccini e dell’assessore regionale a Bilancio e Riordino istituzionale Emma Petitti.
“Stiamo lavorando per costruire un nuovo modello di Governo del territorio”, ha sottolineato Petitti, aprendo il lavori che hanno visto gli interventi, tra gli altri, del vicepresidente regionale di Upi, Tiziano Tagliani, del presidente regionale di Anci Daniele Manca e di diversi rappresentanti delle istituzioni. “Proviamo in pochi mesi a definire il processo di riordino e le aree vaste, che devono diventare il luogo del coordinamento delle politiche del territorio. Andiamo avanti per suggellare una coesione tra Regione e territori e per avviare presto la seconda fase di attuazione della legge di sperimentazione delle aree vaste, che vedrà le proposte delle Province per esercitare le nuove funzioni attraverso convenzioni e un ruolo molto forte dei Comuni, che diverranno punti di riferimento fondamentali per i servizi di prossimità. L’obiettivo è creare un equilibrio tra i territori, semplificare per mettere in campo una spending review che consenta di avere a disposizione più risorse per garantire la qualità dei servizi per cittadini e imprese. Entro fine anno faremo una legge anche più avanzata con il consenso di parti sociali e territori”.
“La legge regionale di riordino delle funzioni dell’Emilia Romagna – ha affermato Bressa chiudendo il convegno – costituisce una delle più raffinate interpretazioni della legge Delrio. Un modello che dimostra non solo che quest’ultima si può attuare, ma che è anche il motore del cambiamento istituzionale per le autonomie locali. La vostra legge e’ in grado di costruire un sistema di relazione interistituzionale nuovo, moderno, innovativo. È un sistema che non abbandona nessuno, che non lascia sola nessuna delle amministrazioni locali, ma che al contrario rende tutti protagonisti”.