Un bolognese di 45 anni e’ stato condannato a una pena di due anni e otto mesi di reclusione dal Tribunale del capoluogo emiliano per lesioni aggravate perche’ avrebbe reso sieropositiva l’allora fidanzata, con la quale aveva avuto rapporti sessuali non protetti senza informarla del suo stato di sieropositivo.
Il Pm Silvia Marzocchi aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato per assenza del nesso causale, vista tra l’altro la difficolta’ a dare una data precisa al contagio. Il processo era partito dopo che la ragazza aveva denunciato l’uomo accusandolo di averla contagiata senza informarla della sua condizione di persona affetta da Hiv. Nella sentenza e’ prevista anche una provvisionale a favore della giovane di 100.000 euro.
La ragazza, 31 anni, assistita dall’avv. Katia Graziani, aveva raccontato di aver scoperto di essere stata contagiata nel ’99 e aveva riferito di aver saputo della sieropositivita’ dell’allora fidanzato durante una serata davanti alla tv mentre guardavano ‘Er-medici in prima linea’: ”Era il novembre ’99 e lui mi disse che da 10-15 anni era sieropositivo”. Nell’ottobre 2002 fece la denuncia.
L’imputato, che e’ stato difeso dall’avv. Andrea Pascerini che aveva concluso chiedendo l’assoluzione perche’ il fatto non sussiste, aveva dato una versione diversa: ”Siamo stati insieme dal ’95 sino al 2000, anche se di fatto dal ’98 i nostri rapporti si erano gia’ di molto diluiti. Abbiamo avuto rapporti sessuali non protetti fino al ’97. Il 19 giugno ’98, dopo alcuni mesi che accusavo disturbi, venni ricoverato in ospedale e dagli esami scoprii di essere sieropositivo. A distanza di pochi giorni, due o tre, la informai del mio stato. D’altronde lei frequentava la mia famiglia e dopo la scoperta della mia condizione, che mi ha devastato la vita, in casa si affrontava apertamente la questione”. Sul diario clinico dell’uomo – era stato stabilito dal processo – c’e’ pero’ scritto sieropositivo dall”84 e sul questionario relativo alla possibile origine del contagio era barrata la casella td, cioe’ tossicodipendenza.
”Si tratto’ di un fraintendimento o di un errore di chi compilo’ – aveva sostenuto l’imputato – Io parlai solo di una trasfusione fatta nel 1980 dopo un incidente in moto. Chi annoto’ i dati pero’ disse che nell”80 il virus Hiv non era ancora stato scoperto e cosi’ scrisse 1984”.
”Siamo molto sereni – ha invece detto l’avv. Pascerini – Attendiamo le motivazioni, poi faremo appello”.