Il sessantunesimo anniversario della morte dello statista Alcide De Gasperi sarà onorato e ricordato, unitamente alle grandi figure di statisti e politici cattolici che hanno concorso alla costruzione dell’unità morale e materiale della nazione italiana, sabato 22 agosto 2015, alle ore 18.30 nella Basilica di San Prospero con una Santa Messa (prefestiva).
La Celebrazione Eucaristica sarà presieduta da Don Giordano Goccini , Direttore del Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile.
Alla Celebrazione Eucaristica, promossa ,come è ormai tradizione dal 2008,a cura del Circolo di cultura “Giuseppe Toniolo”, in collaborazione con aggregazioni e movimenti di ispirazione cristiana: Acd, AcIi, A.Ge, Alpi-Apc, Aimc,Centro Giovanni XXIII, Cif, Fidae, Fism, Forum Famiglie, Ucid, Uciiim (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi), Ugci, sono invitati le autorità locali, gli esponenti dell’associazionismo culturale, sociale e politico nonché la cittadinanza tutta.
Nato in Trentino il 3 aprile 1881, Alcide De Gasperi ha legato il suo nome alla rinascita del Paese dopo le distruzioni del secondo conflitto mondiale. Antifascista, fu tra i fondatori del Partito Popolare prima e poi della Democrazia Cristiana, deputato, più volte presidente del Consiglio dei Ministri, artefice della Costituzione, che controfirmò, precursore e convinto europeista, si spense a Borgo Valsugana il 19 agosto 1954. Nel 1993 è stata aperta a Trento il processo di beatificazione del servo di Dio Alcide De Gasperi.
“La vita di De Gasperi si è svolta tutta sulla base di un legame forte tra fede, impegno storico e rigore morale. La politica era la ‘vocazione’ di De Gasperi in senso cristiano. Nel 1927, in una lettera dal carcere, scrive: “Ci sono molti che nella politica fanno solo una piccola escursione, come dilettanti, ed altri che la considerano, e tale è per loro, come un accessorio di secondarissima importanza. Ma per me, fin da ragazzo, era la mia carriera, la mia missione “. Il richiamo all’impegno civile era per lui un richiamo cristiano e viceversa. La distinzione laica tra autorità civile e autorità religiosa, si accompagnava a una profonda unità nella coscienza tra impegno civile e senso religioso. E poteva parlare di Dio nei discorsi pubblici senza rischiare di essere predicatorio o retorico perché lo faceva con semplicità e sincerità.”(Benedetto XVI, 20 giugno 2009).

