Aveva trovato l’occasione, almeno così pensava: un’ampia abitazione da condividere con i familiari nel periodo di ferragosto a Marina di Massa, nella riviera tirrenica dell’alta toscana, al prezzo di 600 euro. Poco, vista la data di prenotazione in alta stagione. L’offerta, trovata online, pareva davvero golosa. E così una 40enne reggiana dopo aver versato la caparra non è riuscita a concludere quello che riteneva essere un affare in quanto l’inserzionista spariva nel nulla. Non è dovuta partire alla volta di Massa per scoprire di essere raggirata in quanto gli è bastato presentarsi ai Carabinieri di San Polo i quali preliminarmente hanno subito scoperto che la casa presa in affitto non esisteva. All’indirizzo dato dall’inserzionista infatti risultava esservi una struttura alberghiera. Materializzato di essere stata truffata alla donna non è rimasto altro da fare che formalizzare la denuncia. Le indagini dei Carabinieri di San Polo d’Enza si spostavano quindi nella bergamasca in quanto la l’utenza telefonica utilizzata per portare avanti la trattativa d’affitto da parte dell’inserzionista era intestata ad un uomo della provincia di Bergamo così come la poste pay dove la reggiana aveva versato la caparra di ben 400 euro ignara alla truffa. I riscontri tra gli accertamenti sull’utenza cellulare, la postpay su cui è confluito l’ammontare della caparra e le indagini telematiche sul sito dove l’annuncio trappola era stato pubblicato, hanno portato a un 53enne della provincia di Bergamo. A suo carico i Carabinieri di San Polo d’Enza hanno acquisito incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di truffa per la cui ipotesi delittuosa è stato denunciato. Secondo le prime risultanze d’indagine dei Carabinieri con lo stesso modus operandi l’odierno indagata ha raggirato, sempre a ridosso di ferragosto dello scorso anno, numerosi altri aspiranti turisti dimoranti in altre province italiane. I tutti i casi l’inesistente casa vacanza era a sempre a Marina di Massa. Per i truffati l’amarezza di non aver potuto fare le ferie e la speranza, grazie alle risultanze investigative dei Carabinieri, di poter ottenere in sede processuale il giusto risarcimento.
Come mettersi al riparo da queste truffe?
Le insidie – sottolineano i Carabinieri reggiani – si possono annidare anche nei siti più popolari, tra tanti inserzionisti seri, si può nascondere quello che tende trappole. Un consiglio, valido per tutte le località turistiche, è quello di valutare la media dei prezzi stagionali per la zona proposta. Se l’offerta si scosta troppo, è sì “ghiotta”, ma anche a forte rischio truffa. Ovviamente, poi, è bene mettersi in contatto con l’inserzionista, avere i suoi recapiti, valutare le recensioni sulla sua affidabilità, che in genere i siti specializzati offrono. Bene sarebbe anche Chiedere una fotocopia del documento, un contatto telefonico fisso, e la partita IVA. I dati fiscali, infatti, sono facilmente verificabili sul sito dell’Agenzia delle Entrate.