Guardia-FinanzaI militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, su delega del P.M. Michele Martorelli della Procura della Repubblica felsinea, hanno notificato l’avviso di chiusura indagini nei confronti di 9 indagati, a vario titolo, per reati di bancarotta fraudolenta, omesso versamento di ritenute certificate, emissione di fatture per operazioni inesistenti, impiego di denaro di provenienza illecita e abusivo esercizio di una professione.
Nel contempo, è stata data completa esecuzione al provvedimento di sequestro per equivalente di circa 1 milione di euro su beni immobili, quote societarie e conti correnti intestati ai due principali indagati.
Si tratta della conclusione dell’indagine, avviata dal Nucleo di Polizia Tributaria di Bologna sul finire dello scorso anno, che ha riguardato il fallimento di una impresa felsinea, gestita e amministrata a ristrettissima base familiare e già operativa nel settore meccanico, in relazione al quale è stato possibile documentare la distrazione di sistemi produttivi, tecnici e know-how a favore di una nuova società che l’imprenditore fallito aveva intestato alla propria collaboratrice domestica.
L’attività investigativa delle Fiamme Gialle ha permesso, inoltre, di individuare e documentare all’Autorità, oltre ai già segnalati reati fallimentari, l’inesistenza di un’operazione commerciale, di oltre 100 mila euro, realizzata tra la società fallita e un’azienda dell’imolese, eseguita a cavallo della dichiarazione di fallimento adottata dal Tribunale di
Bologna nel corso del 2015, riuscendo a provarne la reale finalità, ovvero quella di trasferire all’estero, a favore di una società portoghese, riconducibile all’imprenditore fallito, una parte delle somme pagate a fronte delle false fatturazioni.
In relazione a tali condotte, l’imprenditore bolognese e altri 3 soggetti sono stati indagati anche per il delitto di impiego di denaro di provenienza illecita, mentre l’imprenditore imolese è stato denunciato anche per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Inoltre, sulla base delle risultanze investigative, l’Autorità ha contestato ad un soggetto già indagato in concorso per i reati fallimentari, l’abusivo esercizio della professione legale, per averla svolta, senza averne titolo, peraltro, qualificandosi come tale verso terzi, perfino nei confronti del curatore fallimentare.
Il risultato conseguito testimonia il costante impegno profuso dalla Guardia di Finanza di Bologna a tutela dell’economia legale e, quindi, anche a contrasto dei reati fallimentari.