festivalcucinaTra mini tortiglioni, carne al barbecue o cheescake in vasetto al Club La Meridiana di Modena stanno per concludersi due giornate golose: tutte le ricette sono state rigorosamente preparate da chef in erba. Un bilancio molto positivo quello della quinta edizione di “Cuochi per un giorno”, il Festival di cucina per bambini che termina stasera.

Tra ieri e oggi si sono susseguiti decine di appuntamenti e laboratori in cui i piccoli cuochi hanno potuto annusare, toccare, pesare, dosare, impastare, miscelare, modellare, cuocere.

“Siamo soddisfattissimi di questa edizione: abbiamo avuto oltre 4.000 iscritti ai laboratori proposti, anche da fuori provincia. Ogni bambino, poi, era accompagnato da almeno due adulti, in alcuni casi anche dai nonni, per un totale di circa 12.500 presenze – precisa Laura Scapinelli de La Bottega di Merlino, organizzatrice del festival, che prosegue – con “Cuochi per un giorno” vogliamo dare ai bambini un’occasione per vivere un’esperienza ludica ma nello stesso tempo formativa, tramandando ricette locali e non solo, mettendo a disposizione dei piccoli chef spazi, occasioni e opportunità per sviluppare la creatività. Ci tengo a sottolineare che la filosofia della manifestazione è lontanissima dallo spirito competitivo di Masterchef junior o altre trasmissioni simili: qui i piccoli cuochi imparano e si divertono, non c’è nessuna ansia di vincere! Tra casseruole, frullini e fantasia i bambini possono provare l’alchimia della trasformazione della materia e acquisiscono ricordi sensoriali indelebili. E’ anche in questo modo che si impara a mangiare e ad avere un rapporto sano con il cibo”.

Inoltre, attraverso la loro partecipazione, i bambini hanno aiutato altri bambini: parte del ricavato della manifestazione verrà infatti devoluto ai comuni colpiti dal terremoto del 24 agosto scorso, per la ricostruzione di scuole e asili, e anche – come lo scorso anno – a Dynamo Camp, l’unica struttura italiana di Terapia Ricreativa pensata per ospitare bambini affetti da patologie gravi o croniche nel periodo di post ospedalizzazione e/o in fase di remissione dalla cura; qui minori che convivono con la malattia possono praticare attività ludiche e sportive: è un’esperienza di svago, divertimento, relazione e socialità in un ambiente naturale e protetto.