Sicurezza, qualità e pasti serviti a tavola con modalità diverse a seconda della scuola: sono le caratteristiche della refezione scolastica nelle scuole di Bologna, alla vigilia dell’apertura. Il servizio fornisce i pasti a oltre 20.400 bambine e bambini, ragazze e ragazzi delle scuole d’infanzia, primarie e secondarie della città. I tecnici del Comune di Bologna insieme al personale del gestore della refezione bolognese, Ribò, marchio con il quale Camst si è aggiudicata l’appalto, con dirigenti e insegnanti hanno svolto sopralluoghi in tutte le scuole per organizzare il servizio con nuove modalità nel rispetto delle misure di contenimento del contagio del coronavirus.
La refezione scolastica a Bologna sarà ancora “servita” a tavola: i pasti saranno scodellati e distribuiti da operatori specializzati direttamente nei piatti dei bambini, quindi senza far ricorso a pasti preconfezionati.
“Garantiamo la sicurezza senza sacrificare la qualità e il rispetto dell’ambiente, un risultato ottenuto insieme al gestore della refezione dopo un enorme lavoro di tutti – afferma l’assessora alla Scuola, Susanna Zaccaria -. Partiamo con grande fiducia per il nuovo anno scolastico anche sotto questo aspetto, che per noi come per le famiglie è fondamentale e parte integrante della scuola. Il modello partecipativo rimane al centro del nostro impegno, con il contributo fondamentale dell’Azienda Sanitaria, della Commissione Mensa Cittadina che ringrazio, e quindi dei rappresentanti degli insegnanti e dei genitori, attori fondamentali per il raccordo con le famiglie e il miglioramento continuo del servizio”.
Come funziona il servizio di refezione
Per ogni scuola è stata individuata la soluzione più idonea per garantire la sicurezza per bambine e bambini, personale e addetti alla distribuzione dei pasti, alla luce delle modifiche logistiche e organizzative intervenute in adeguamento alle normative di prevenzione del coronavirus.
La modalità di servizio prevalente sarà la fornitura del pasto direttamente al posto in cui è seduto l’alunno, nel refettorio, con il distanziamento definito dalla scuola, o sul banco individuale, nel caso di servizio dentro le aule, con utilizzo di tovagliette monouso. Non è prevista la modalità di distribuzione self service.
Per le scuole primarie saranno utilizzati, almeno in questa fase iniziale, piatti usa e getta in materiale biocompostabile, mentre nelle scuole dell’infanzia comunali dotate di lavastoviglie si utilizzeranno i piatti in ceramica.
Pane e posate saranno serviti in confezioni monoporzione sigillate. La porzione di frutta individuale sarà messa sulla singola postazione direttamente dagli addetti. L’acqua sarà servita in caraffe con coperchio.
Solo in situazioni di elevata complessità logistica, in alternativa a questa modalità di servizio, potranno essere utilizzati vassoi multiscomparto usa e getta in materiale biocompostabile, disposti sui tavoli direttamente dagli addetti, al fine di consentire comunque di fruire del pasto in tempi adeguati all’attività didattica.
I pasti in monoporzione sigillati saranno serviti, come lo scorso anno scolastico, esclusivamente per gli alunni delle scuole secondarie di primo grado dove verrà attivato il servizio, e nel caso delle diete speciali.
Tutti gli addetti alla somministrazione e il personale dei centri di produzione pasti sono stati formati alle nuove procedure per garantire la sicurezza e il distanziamento. Tutto il personale, come da prassi, opera con i dispositivi di sicurezza, in particolare guanti e mascherine chirurgiche. Prima e dopo l’ingresso degli alunni negli spazi in cui saranno consumati i pasti, sono previste operazioni di pulizia e sanificazione.
Il menu delle prime settimane
Nelle prime settimane dell’anno scolastico i menù proposti sono stati pensati per facilitare l’erogazione del servizio in un momento inedito e complesso, semplificando e accelerando le lavorazioni e la distribuzione. Alcuni esempi delle preparazioni sono consultabili sul portale della refezione scolastica.
Il menu, basato su una rotazione di cinque settimane, è strutturato in coerenza con le Linee guida della Regione Emilia-Romagna e approvato dall’AUSL di Bologna.