Dal 2008 fino al settembre 2023 a Novellara, si è reso responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia ed induzione al matrimonio, nei confronti della figlia. La giovane vittima, poco più che ventenne viveva a Novellara con il padre all’epoca 52enne, la moglie del padre e i fratelli nati dal secondo matrimonio del padre. Secondo quanto emerso dalle indagini, la vittima non era libera di uscire di casa, di cercarsi un lavoro, di avere contatti con il mondo esterno, di proseguire gli studi interrotti proprio in occasione dell’esame di terza media per volontà del padre.
Gli adulti di riferimento le dicevano che era musulmana e che per questo doveva tenere comportamenti adeguati, inoltre gli dicevano di non fidarsi degli assistenti sociali che fortunatamente la seguivano, ed ai quali, la giovane aveva rappresentato che il padre le aveva prospettato di partire per un viaggio in Pakistan e solo tale circostanza aveva indotto la giovane ad accettare, per timore della sua incolumità, il collocamento in una comunità. Il timore al viaggio in Pakistan era legato, oltre al contesto subculturale familiare nel quale si sarebbe consumato l’omicidio della madre naturale della giovane per mano dello zio, fratello maggiore del padre (racconto del quale la ragazza aveva sentito numerosi dettagli nel corso della sua infanzia trascorsa nel paese d’origine), al fatto che nel 2021 la ragazza era stata costretta dal padre a contrarre matrimonio a distanza con un suo cugino, dalla stessa mai visto di persona e dalla stessa ritenuto figlio dello zio responsabile dell’omicidio della madre. In Pakistan si sarebbe celebrato fisicamente il matrimonio.
Il tentativo di opposizione al matrimonio della ragazza aveva visto il padre minacciarla dicendole che gli sarebbe capitata la stessa sorte di Saman Abbas. La vicenda seguita dai servizi sociali da diverso tempo, vedeva quindi anche i carabinieri della stazione di Novellara procedere nei confronti del padre e della madre acquisita, entrambi di nazionalità pakistana, in ordine ai reati di maltrattamenti in famiglia e per il solo padre in relazione anche al reato di costrizione o induzione al matrimonio. Ecco che, nel dicembre 2023, la Procura reggiana, condividendo con le risultanze investigative dei Carabinieri di Novellara, supportate anche dalle attività condotte dai servizi sociali del comune di Novellara, richiedeva ed otteneva dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia, l’applicazione nei confronti dei due coniugi, lui 52enne lei 37enne residenti a Novellara, della misura cautelare del divieto assoluto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima e nei luoghi immediatamente adiacenti agli stessi, mantenendo una distanza di almeno 500, oltre al divieto di comunicare con la vittima con qualsiasi mezzo; applicando inoltre ai due il braccialetto elettronico.
Quindi l’iter processuale al termine del quale, con sentenza emessa nel maggio 2025 dal Gip presso il tribunale Ordinario di Reggio Emilia, divenuta definitiva nel luglio 2025, l’uomo veniva condannato per maltrattamenti in famiglia ad 1 anno, 11 mesi e 10 giorni di reclusione. La sentenza, divenuta esecutiva l’11 dicembre scorso quando la Corte suprema di cassazione ha rigettato il ricorso del condannato, respingendo l’istanza di sospensione condizionale della pena inflitta, ha visto emettere a carico del 54enne l’ordine di carcerazione che è stato trasmesso ai carabinieri della stazione di Novellara per l’esecuzione. Nel pomeriggio di ieri i militari hanno raggiunto l’uomo, lo hanno arrestato e dopo le formalità di rito lo hanno condotto in carcere per l’espiazione della pena.

