Cos’è uno swap party? È un modo semplice e concreto per dare nuova vita ai vestiti che non usiamo più: si portano capi ancora in buono stato e li si scambia gratuitamente con altri, riducendo sprechi e impatto ambientale. Un gesto piccolo, ma dal grande valore educativo.
Con questo spirito si è svolto il 18 dicembre 2025, nella palestra della sede di via San Francesco dell’IIS Elsa Morante, lo Swap Party “L’abbigliamento che non serve a te, serve a qualcun altro”, evento conclusivo di un percorso didattico dedicato al fenomeno della fast fashion. Protagonisti gli studenti del biennio dell’indirizzo Tecnico Turistico e alcune classi dell’indirizzo Professionale.
L’iniziativa non è stata un semplice momento di scambio di abiti, ma il risultato di circa quattro settimane di lavoro interdisciplinare, che ha coinvolto tutte le discipline con l’obiettivo di far comprendere l’impatto sociale, economico e ambientale della “moda veloce”, stimolando senso critico, responsabilità e consapevolezza nelle scelte di consumo.
Il percorso si inserisce all’interno del progetto conCittadini – “Legalità e Sostenibilità in azione: dai luoghi della memoria all’impegno nel presente”, promosso dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, che sostiene e valorizza le esperienze di cittadinanza attiva nelle scuole e rafforza il legame tra educazione e territorio.
Durante le attività, studenti e studentesse hanno analizzato le filiere della moda, approfondendo temi cruciali come lo sfruttamento del lavoro, il lavoro minorile, l’inquinamento ambientale e la gestione dei materiali di scarto, riflettendo su come le scelte individuali possano incidere sulla vita delle persone e sull’equilibrio del pianeta.
Tra le tappe più significative del progetto, l’intervento della dott.ssa Giulia Ughetti, esperta del linguaggio della moda, e la visione dello spettacolo teatrale “Fashion Victims” presso il Teatro Carani, che hanno reso il percorso ancora più coinvolgente ed efficace.
Lo Swap Party, ospitato nella palestra dell’istituto, ha rappresentato il passaggio dalla consapevolezza all’azione: un’esperienza concreta di riuso, riduzione degli sprechi e condivisione, capace di trasformare l’apprendimento in comportamento responsabile e partecipato.
A chiudere il progetto, la voce degli studenti, veri protagonisti dell’esperienza. Marcello racconta: «Vediamo come normale avere tanti vestiti, ma spesso non conosciamo i problemi che ci sono dietro». Emanuela aggiunge: «È stato utile per tutti. La dimensione più importante è stata quella di gruppo: si sono create amicizie e spazi di condivisione».
Un esempio concreto di come la scuola possa formare cittadini consapevoli, attenti alla sostenibilità, al rispetto dei diritti umani e alla tutela dell’ambiente.

