Sono 14.755 le iniziative di formazione finanziate in Emilia-Romagna dal Fondo Sociale Europeo dall’inizio del 2000 al 31/12/2003, a cui corrisponde un costo totale pari a 884.022.417 euro. Oltre 641mila le persone coinvolte nelle attività formative. Privilegiati gli interventi per la promozione di una forza lavoro sempre più competente attraverso la formazione continua, per lo sviluppo dell’imprenditoria e la creazione di nuovi posti di lavoro, per la prevenzione della disoccupazione e la partecipazione femminile al mercato del lavoro, la lotta alla dispersione scolastica.


Il punto sulla formazione in Emilia-Romagna è stato fatto oggi nel corso di una giornata di lavoro tra dirigenti e funzionari dell’assessorato alla formazione professionale, lavoro e pari opportunità, con il Comitato di Sorveglianza, l’organismo previsto dalle norme comunitarie con il compito di dirigere e sorvegliare l’andamento del Programma operativo (Por) 2000-2006, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo. Il Comitato, composto dalla Commissione dell’Unione Europea, dalle Province emiliano-romagnole, dalle parti sociali regionali, è presieduto dall’assessore regionale alla scuola e formazione professionale Mariangela Bastico. Estremamente positivo il giudizio del rappresentante della Commissione Europea, Jader Canè, che ha sottolineato come al – al di là della qualità delle attività formative rivolte alle persone – “sia estremamente significativo che il 24% delle risorse sia stato investito sulle azioni di sistema, ovvero su quelle attività – come l’accreditamento e la qualificazione degli enti di formazione, la formazione formatori – che sono destinate a produrre benefici al sistema di lunga e lunghissima durata”.

Quasi 6000 delle 14.755 delle azioni approvate riguardano le attività di formazione continua dei lavoratori, seguite da quelle (3.575) relative alle politiche attive del mercato del lavoro per combattere e prevenire la disoccupazione. Al terzo posto, per numero di progetti approvati (2.962), le azioni finalizzate al miglioramento del sistema della formazione, dell’istruzione e dell’orientamento. Molto rilevante (1.100) anche il numero di azioni volte a migliorare l’accesso e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. “Si conferma – ha detto l’assessore Bastico – un sistema della formazione che con le risorse europee investe sulle competenze delle persone e sostiene così i processi di qualità dell’occupazione e dello sviluppo produttivo, in particolare attraverso la formazione per i giovani, con percorsi che avvicinano la scuola ai saperi del mondo del lavoro, e tramite la formazione superiore, che dà impulso all’innovazione. Del resto sia il mercato del lavoro che il sistema economico e sociale della nostra regione ne sono la diretta testimonianza”.


Su un totale di 14.755 attività formative approvate, quelle rivolte alle persone sono state 9.860, e sono state frequentate da 459.992 destinatari per un costo pari a oltre 583 milioni di euro. Il 39% di queste attività è costituito dalla formazione continua – che rimane uno degli assi prioritari di azione della Regione Emilia-Romagna – seguita dalla formazione post obbligo formativo e post diploma e dalla formazione finalizzata al reinserimento lavorativo. Rilevante, per quantità e numero di destinatari (oltre 35mila), anche le 924 azioni formative all’interno dell’obbligo scolastico e formativo.




I PARTECIPANTI AI CORSI DI FORMAZIONE: UN IDENTIKIT

L’età prevalente dei partecipanti ai corsi di formazione è rappresentata da coloro che hanno fino a 19 anni (38,7% del totale). Altrettanto significativo (38,3%) è il gruppo di destinatari con un’età compresa tra i 25 e i 44 anni (in particolare tra i 35 e 44), ovvero la fascia d’età caratterizzata da un elevato tasso di occupazione. Poco più del 12% sono i destinatari con età superiore a 44 anni.
L’analisi per titolo di studio riflette quella per età, per cui risultano prevalenti per persone in possesso di licenza media e con l’avvenuto superamento del biennio superiore (41,7%), seguiti dai diplomati (30%).

Relativamente alla cittadinanza, il 7,7% dei destinatari è rappresentato da cittadini non italiani, in particolare dei paesi europei non appartenenti all’Unione e dai paesi non Ue del Mediterraneo.
Anche la condizione professionale riflette i dati relativi all’età: infatti il 36,2% dei destinatari sono studenti, mentre gli occupati dipendenti sono il 31,8%. Le persone in cerca di prima occupazione da meno di 6 mesi sono il 3,97%; quelle in cerca di nuova occupazione, sempre per un periodo non superiore ai 6 mesi, sono il 3,48%.




LA VALUTAZIONE DI EFFICACIA: L’83% DEI FORMATI TROVA LAVORO
In occasione della riunione del Comitato di Sorveglianza la Regione Emilia-Romagna ha elaborato una ricerca sull’efficacia occupazionale e professionale dei corsi di formazione per gli anni 2000-2003.

Particolarmente interessante l’analisi relativa alla formazione al lavoro che ha preso in esame i risultati conseguiti da circa 4000 formati, rappresentativi di un universo di circa 10mila formati. Nel 59% dei casi coloro che hanno frequentato corsi di formazione al lavoro sono donne nel 59% dei casi. L’11% sono stranieri. Metà ha un diploma di scuola superiore e 1 su 7 la laurea: le donne hanno generalmente un livello d’istruzione più elevato e una riuscita scolastica migliore.

Nel complesso i formati, rispetto ai non formati in Emilia-Romagna, hanno il 16,9% di probabilità in più di essere occupati (a un anno dal termine della formazione). Tale probabilità è maggiore per le donne (22,4% in più delle formate rispetto alle non formate). Inoltre, tale probabilità aumenta notevolmente tra i soggetti in cerca di prima occupazione (ben 38,1% fra i formati rispetto ai non formati a 12 mesi dalla fine del corso) e tra i laureati (31% in più).

Un altro indicatore di efficacia è costituito dalla “velocità” con cui i soggetti formati abbandonano lo stato di disoccupazione. In media, la durata della disoccupazione è di circa 3 mesi, con una differenza di 11 giorni in più per le donne. Tuttavia, già nel primo mese dalla fine del corso, ben il 66% dei formati ha trovato un lavoro, mentre nei primi 6 mesi lo ha trovato l’83% dei partecipanti. Un dato ancora in crescita rispetto alla valutazione di efficacia dello scorso anno che rilevava una percentuale dell’80%.
Per quanto riguarda la formazione sul lavoro (o formazione continua), si sono presi in esame 3.847 formati, rappresentativi di un universo di quasi 37mila persone. Il 57,8% sono maschi, con un’età media di 37 anni e solo per il 2% di nazionalità straniera.

Riguardo alla posizione occupazionale, i lavoratori dipendenti rappresentano il 68% del totale, quelli autonomi il 29% e quelli parasubordinati solo il 3,1%. Le imprese sembrano dunque dimostrare una minore propensione ad investire nella formazione per i lavoratori atipici, inseriti meno stabilmente nell’organico aziendale.
L’analisi sugli effetti delle attività formative per la creazione d’impresa rileva che il 50% dei partecipanti hanno tra i 25 e i 30 anni, oltre il 50% sono donne e il 7% è costituito da stranieri. Va detto che solo il 20% delle persone coinvolte partecipa al corso con l’obiettivo di intraprendere una attività autonoma. La maggioranza intende acquisire competenze nuove. Si tratta pertanto di utenza che solo in misura limitata è portatrice di un progetto imprenditoriale o di una opzione verso il lavoro indipendente: tuttavia, il 45,3% dei partecipanti dichiara di aver accresciuto, con il corso, le proprie motivazioni a creare un’impresa.
Rilevante il fatto, inoltre, che le attività imprenditoriali che sopravvivono dopo due o tre anni dalla fine del corso siano quasi la totalità. Le imprese costituite appartengono al commercio e ristorazione (27%), ai servizi alle imprese (19%), alle costruzioni (17%), all’agricoltura (15%) e al manifatturiero (11%).