Il federalismo fiscale è ancora da realizzare ma già oggi si può riscontrare un diverso peso del prelievo a seconda delle differenti Regioni. E’ quanto emerge da un’indagine pubblicata oggi da ‘Il Sole 24 Ore’.

Le amministrazioni locali – ricorda il quotidiano economico-finanziario – possono infatti contare sulle addizionali Irpef e Irap; sempre a livello locale è il prelievo dell’Ici e della Tarsu. Un’altra forma di tassazione non centrale è quella che riguarda i ticket sanitari.

Se si calcola una media dell’incidenza di queste tasse, regione per regione, emerge che i cittadini che subiscono una maggiore pressione fiscale sono quelli delle Marche. Più leggero il prelievo in Valle D’Aosta e comunque in tutte le regioni a statuto speciale. Tra i due estremi della classifica regionale – rileva ancora l’indagine – si registra una differenza annuale di prelievo fiscale di 700 euro.

Per quanto riguarda in particolare la tassazione sulla casa, dalla Tarsu (la tariffa sulla raccolta dei rifiuti) arriva metà del gettito degli immobili. Sul fronte Ici (l’imposta comunale sugli immobili) emerge invece che l’aliquota massima del 7 per mille è utilizzata da ben 47 città capoluogo.

Ecco in una tabella il prelievo fiscale nelle diverse Regioni calcolato su un reddito annuo di 30.000 euro. Sono state applicate l’aliquota Irpef e l’addizionale regionale; l’Ici media è calcolata su un valore catastale di 100.00 euro; il ticket sanitario, là dove esiste, è calcolato sull’acquisto di 15 confezioni di medicinali:
1) Marche, 8.774; 2) Lombardia, 8.450; 3) Piemonte, 8.428; 4) Veneto, 8.411; 5) Calabria 8.409; 6) Toscana, 8.374; 7) Emilia Romagna, 8.364; 8) Umbria, 8.360; 9) Campania, 8.329; 10) Puglia, 8.324; 11) Liguria, 8.321; 12) Lazio, 8.291; 13) Sicilia, 8.256; 14) Friuli Venezia Giulia, 8.231; 15) Abruzzo, 8.227; 16) Molise, 8.215; 17) Sardegna, 8.204; 18) Basilica, 8.204;
19) Trentino Alto Adige, 8.143; 20) Valle D’Aosta, 8.061.