Domani, sabato 22 dicembre, nell’atrio dei Musei Civici alle ore 11, verrà inaugurata la mostra “La Pulce al museo” che espone alcuni reperti archeologici, patrimonio dei musei cittadini, restaurati da un gruppo di cinque detenuti.

Grazie a un corso promosso dal Comune di Reggio con il contributo degli assessorati comunali alla Cultura, ai Diritti della cittadinanza e Pari opportunità, in collaborazione con la Casa Circondariale di Reggio Emilia, alcuni ospiti della Casa di via Settembrini hanno partecipato a un progetto, unico nel suo genere, per la formazione di figure professionali nel campo del restauro archeologico. Uno dei detenuti infatti è stato assunto da una società di scavi archeologici.
La mostra sarà accompagnata dal film “Frammenti di Vita” del regista Nico Guidetti.

Il progetto, conclusosi lo scorso giugno, ha coinvolto cinque detenuti in un percorso di formazione per restauratori di beni archeologici. Il corso ha permesso ai detenuti di lavorare fianco a fianco con esperti del settore e apprendere i diversi aspetti del mestiere: dal primo trattamento del materiale ceramico al lavaggio e alla catalogazione dei reperti sino alla musealizzazione ed esposizione al pubblico. Il percorso è stato accompagnato da un’apposita formazione sulla storia e l’archeologia della Reggio romana, sulle caratteristiche dei materiali e sulle tecniche dello scavo archeologico.

L’iniziativa ha preso il via dal territorio, dal patrimonio della città, in particolare dalle collezioni archeologiche dei Musei Civici provenienti da scavi effettuati a Reggio e provincia negli ultimi decenni. La Pulce è infatti la località alla periferia meridionale della città in cui ha sede, oltre alla Casa circondariale di Reggio, anche uno dei maggiori depositi dei Musei Civici, nel quale sono ricoverati i materiali archeologici provenienti da scavi urbani, per lo più risalenti all’età romana. Fra questi oltre 1000 cassette che dal 1978 (anno del ritrovamento) contengono i materiali dello scavo effettuato nell’area della palestra dell’istituto scolastico “Scaruffi”, dove in età romana si sviluppava il principale quartiere industriale della città, in cui si producevano ceramiche.

A differenza di altre iniziative in Italia questo progetto presenta alcune caratteristiche del tutto nuove. “La Pulce al Museo” si è infatti sviluppato totalmente fuori dal carcere. Un gruppo di detenuti è stato autorizzato ad uscire dalle mura della Casa circondariale per seguire l’iter formativo in museo. Il corso ha offerto ai detenuti non solo un importante momento di crescita culturale e di reinserimento nella società, ma anche di condivisione della storia della città che li ospita.

Il progetto è stato promosso dal Comune di Reggio, finanziato dalla Provincia di Reggio Emilia tramite le opportunità offerte dal Fondo sociale europeo, con il contributo del Centro studio e lavoro La Cremeria di Cavriago, il patrocinio della Soprintendenza per i beni
archeologici dell’Emilia Romagna e la collaborazione con due ditte private che operano nel campo del restauro, Gea e Opus restauri.