Nel corso del Consiglio comunale di ieri, giovedì 6 marzo, la consigliera del Pd Francesca Cocozza ha presentato un ordine del giorno urgente su Sicurezza sul lavoro, rispetto della dignità e della vita di lavoratrici e lavoratori.

“Nel ricordo e nella memoria di ciò che accadde l’8 marzo 1908 – si legge nel testo del documento – e di ciò che purtroppo continua ad accadere oggi, il Consiglio Comunale, il Sindaco e
la Giunta esprimono la propria solidarietà a tutte le vittime sul lavoro e alle loro famiglie, agli uomini e alle donne che oggi, per poter
vivere, sono costretti a subire condizioni di lavori precario e non sicuro. Si impegnano, nelle proprie competenze, affinché in futuro non
si debba più parlare di morte sul lavoro e di precarietà. Auspicano che le Istituzioni, in collaborazione con gli altri organismi sindacali ed
imprenditoriali, si adoperino per il rispetto delle leggi sulla sicurezza sul lavoro. Si impegnano a mettere in campo, con altri soggetti del territorio, tutti gli strumenti di prevenzione e
formazione, esigendo dagli organi competenti (ASL, INAIL, ARPA, ecc.) più controlli per la tutela della vita e della salute delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Il dibattito su questo documento, seguito ad un minuto di silenzio in memoria delle vittime di Molfetta, è stato introdotto da alcune
schermaglie relative alle dichiarazioni fatte in sede di Conferenza dei capigruppo da Simone Tosi (Pd) sulla presentazione di odg urgenti e
sulla unanimità al momento del voto su di essi. Poi la discussione si è accesa dopo le dichiarazioni del consigliere de La tua Carpi Claudio Boccaletti, che ha criticato il testo dell’odg di Cocozza: “Si parla solo di sanzioni, non di prevenzione e collaborazione, non si ricorda che a Molfetta è morto anche un imprenditore. E ricordiamo anche le responsabilità dei lavoratori nel non seguire le norme di sicurezza”.
Cocozza ha risposto che non c’erano intenzioni politiche in questo documento, “anche nel fare un collegamento storico con l’8 marzo 1908: il singolo ha il dovere di tutelarsi ma dopo cento anni mi sembra che nel rispetto della vita del lavoratore siamo forse messi anche peggio”.
Massimo Valentini (Prc) ha invece ribadito che la legge 626 è rispettata al massimo da un 5% di aziende, “in nome della produttività e di chi non
vede la vita del lavoratore come autonoma dalle necessità di accumulazione del sistema capitalistico e di chi persegue la precarizzazione del lavoro. Vanno aumentati i controlli e il numero
degli ispettori che li fanno”.

In sede di dichiarazione di voto la consigliera indipendente Lorena Borsari ha richiesto alcune modifiche al documento, poi emendato e votato all’unanimità.