In base alle dichiarazioni di stampa di oggi, in riferimento agli esuberi che la Gambro ha dichiarato nel piano industriale (presentato a Sindacati, Comuni e Provincia, Regione), se le stesse fossero realmente imputabili all’azienda, la cosa sarebbe molto grave, preoccupante e sopratutto discriminatoria nei confronti dei 140 attuali lavoratori somministrati (non più interinali dal 2003) che in questi anni hanno lavorato con continuità e, insieme ai dipendenti diretti partecipando alla realizzazione degli utili del gruppo.

La domanda da fare a Gambro è : da quanto tempo (in media) sono presenti gli stessi lavoratori negli stessi posti?

Potremmo scoprire, con notevole imbarazzo, che la durata media dei loro contratti (reiterati anche per un anno, un anno e mezzo) non si sposa con quanto previsto dalla legge in materia di somministrazione. Ma che forse era più comodo per l’azienda la continua reiterazione, visto che prima o poi queste linee sarebbero state trasferite.

Non è altrettanto strano che i somministrati siano così concentrati in quei reparti?

Probabilmente, essendo la Gambro svedese, non possiamo pensare che capisca perfettamente l’italiano, o addirittura che conosca le nostre leggi.

La somministrazione ha carattere “temporaneo” (nonostante le varie modifiche introdotte dall’attuale Governo) e non è previsto l’utilizzo di somministrati in postazioni di lavoro che l’azienda, per motivi meramente economici, aveva già deciso di sopprimere.

La legge prevede come causali della somministrazione, le stesse dei contratti a termine, e cioè “ragioni di carattere sostitutivo, produttivo, organizzativo e tecnico, anche imputabili all’ordinaria attività aziendale”, e non invece il mero fine economico di gruppo. Molto comodo ora definirli contratti a termine ed espellerli senza che abbiano, a differenza degli altri lavoratori, ammortizzatori sociali quali Cigs e mobilità, chiaro invece che per l’azienda questi lavoratori rappresentano minori costi e minori problemi.

Per il sindacato tutti i lavoratori, compreso i più deboli, hanno pari dignità, così come previsto dalla Costituzione e forse, chi non viene dal nostro paese almeno dovrebbe avere la modestia di leggersi quello che le nostre leggi fondamentali prevedono.

Mi aspetto, che l’azienda faccia immediatamente le scuse a questi lavoratori che, tra l’altro stanno ancora lavorando presso gli stabilimenti della Gambro, anche perché non vorremmo pensare che questo sia un tentativo di dividere i lavoratori affinché le ragioni economiche prevalgano sulla dignità degli stessi.

(Claudio Argilli, segretario NidiL/Cgil Modena)