Spogliata del telo di Paladino e restituita ai modenesi, la Ghirlandina dal primo aprile raddoppia le aperture. Si potrà infatti visitarla non soltanto le domeniche e i festivi, ma anche i sabati fino alla fine di ottobre. Le giornate di apertura passano così da 31 a 58. Le visite sono previste dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19, ogni sabato e domenica dal primo aprile al 29 luglio. Chiusa in agosto, la torre riapre sempre di sabato e domenica dal 1 settembre al 28 ottobre. Nel periodo primaverile le visite saranno possibili anche lunedì 9 aprile, mercoledì 25 aprile, martedì primo maggio e sabato 2 giugno. La Ghirlandina sarà chiusa il giorno di Pasqua (8 aprile) e aprirà straordinariamente il venerdì per il Festival delle bande militari (13 luglio) e il Festival filosofia (14 settembre). Salire sulla torre costa 2 euro.

Simbolo della città, tutelata dall’Unesco come patrimonio artistico dell’umanità, la Ghirlandina è una delle più antiche torri medievali italiane. Alta 86 metri, unisce canoni architettonici romanici con elementi di gusto più chiaramente gotico. Costruita probabilmente in contemporanea al Duomo a partire dal 1099, fu completata nel 1319 da Enrico da Campione e sin dalle origini ha avuto funzioni civiche: custodiva i forzieri con gli atti pubblici del Comune e, dall’altezza di 40 metri, i torresani davano indicazioni per l’apertura e la chiusura delle porte cittadine e segnalavano situazioni di pericolo. La Sala della Secchia, decorata con affreschi del Quattrocento, conserva una copia della celebre Secchia rapita che ispirò il poema eroicomico di Alessandro Tassoni, il cui originale si trova invece nel Camerino dei Confirmati del Palazzo comunale.

La domenica dalle 15 alle 19 il Camerino e le altre sale storiche sono aperte con visite guidate. La Sala del Fuoco è adornata dagli affreschi di Nicolò dell’Abate (realizzati nel 1546) che raffigurano la guerra di Modena del 43 a.C. La seicentesca Sala del Vecchio Consiglio ospita gli stalli dei Conservatori e il gonfalone dipinto da Ludovico Lana nel 1633. I dipinti del soffitto narrano episodi della vita di san Geminiano. Dalla Sala del Vecchio Consiglio si raggiunge la Sala degli Arazzi con le sue tele settecentesche che raffigurano la preparazione e la firma del Trattato di pace di Costanza. Infine, la Sala di Rappresentanza ospita numerosi dipinti di Adeodato Malatesta inseriti nel percorso di visita della mostra sul Risorgimento “Eroiche visioni” del Museo civico d’arte.