Il 2002 sara’ l’ anno di
Jacopo Barozzi, detto il Vignola. Al grande architetto rinascimentale, nato nella cittadina del modenese nel 1507 e morto a Roma, dove venne sepolto al Pantheon, nel 1573, Vignola dedica una mostra in programma da domani al 7 luglio a Palazzo Boncompagni, aperto per la prima volta al pubblico.

La sua attivita’ di ritrattista ed il rapporto con i Farnese saranno invece approfonditi da un convegno internazionale di studi che sara’ ospitato a Piacenza dal 18 al 20 aprile. Altre iniziative sono previste a Roma e nel Lazio, dove il Vignola lascio’ alcuni capolavori come Villa Giulia, la Chiesa del Gesu’ e Sant’Andrea in via Flaminia, tutti nella capitale, o Palazzo Farnese a Caprarola.
Le iniziative emiliane colmano un vuoto lunghissimo: l’ ultimo importante convegno sul Barozzi risale al 1907, la piu’ recente monografia complessiva e’ datata 1960, mentre nessuno mai si e’ cimentato con l’ impresa (colossale, data anche la dispersione in decine di musei europei e statunitensi dei disegni, dei modelli, delle opere di stampa, dei documenti del ‘Vignola’) di organizzare una mostra sui molteplici aspetti della sua personalita’ di architetto.
Universalmente riconosciuto come uno dei principali architetti del Cinquecento italiano, il Vignola rimane una delle figure meno note del Rinascimento. La sua importanza storica si basa sia su un gruppo di edifici assai innovativi ed influenti a Roma e nell’ Italia settentrionale, come pure su fondamentali pubblicazioni teoriche riguardanti gli ordini e la prospettiva.
La compresenza e la padronanza di teoria e prassi pongono Vignola a fianco dei principali architetti rinascimentali come Leon Battista Alberti, Francesco di Giorgio Martini e Sebastiano Serlio, per non citare il suo diretto contemporaneo Andrea Palladio.

La mostra sara’ aperta dal lunedi’ al venerdi’ dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19, chiusa il lunedi’. Ingresso libero.