“Nonostante l’urgenza dei problemi posti in campo dalla Fita-Cna, che coinvolgono la vita e la sopravvivenza di migliaia di imprese, il Governo non ha dato alcuna disponibilità alla ripresa di un serio dialogo con la categoria”.

“Prendiamo atto con rammarico di questa chiusura e pur nella consapevolezza dei disagi (l’autotrasporto su gomma rappresenta circa l’ 82% dell’ intero trasporto in Italia) che forme di mobilitazione così impegnative come il blocco di tutti i servizi rappresentano, non possiamo che confermare il fermo indetto dal 22 al 26 settembre”.

Così il Presidente Fita-Cna dell’Emilia-Romagna, Gilberto Piraccini, ha motivato con una nota la decisione della maggiore organizzazione dell’ autotrasporto di effettuare lo stop nazionale di cinque giorni. “In queste ore è in corso una riunione a Roma. Se non interverranno fatti nuovi, il Governo dovrà assumersi in toto la responsabilità di questo fermo – ha sottolineato Piraccini avendo disatteso ogni impegno. Per noi il blocco dei servizi rappresenta un ulteriore costo, visto che non lavoreremo per cinque giorni; ma è questo l’unico modo per tutelare il futuro delle nostre imprese, schiacciate nella morsa di una competizione sui costi di cui facciamo le spese ogni giorno ed una committenza che riduce i margini di tempo e denaro”.

Circa 15.000 le imprese che in Emilia-Romagna non faranno circolare i propri veicoli su strade e autostrade a partire da lunedì prossimo. Infatti, agli 8.100 autotrasportatori aderenti alla Fita-Cna in regione, se ne sono aggiunti altri 6-7 mila che, pur associati ad altre organizzazioni, hanno condiviso i motivi della protesta. Dal punto di vista organizzativo, in questi ultimi giorni si sono svolti incontri tra i rappresentanti di Fita-Cna e i Prefetti, per chiarire le motivazioni dell’ iniziativa ed informare le autorità, sui servizi di pubblica necessità “che verranno in ogni caso garantiti”.