Il macchinista del treno deragliato
la settimana scorsa alle porte di Bologna nel quale sono rimaste ferite 152 persone ha presentato una querela contro ignoti per le lesioni subite nell’incidente: il ferroviere, che e’ gia’ indagato dalla Procura per disastro ferroviario colposo, lesioni personali colpose plurime e omicidio colposo, si considera invece una vittima dell’ incidente, al pari degli altri feriti.

Secondo la sua versione, il macchinista – assistito dall’avv. Desi Bruno – sarebbe partito con il segnale verde dalla stazione di Casalecchio di Reno, alle porte del capoluogo emiliano, e non con il giallo come contestatogli. Di conseguenza la velocita’ del convoglio era quella di un treno che ha passato un segnale di ok e non un giallo. Per questo l’uomo si ritiene parte offesa nell’incidente e le responsabilita’ – sempre secondo la sua versione – vanno dunque cercate altrove.

Del resto, gia’ subito dopo l’incidente, la Procura ha fatto scattare gli accertamenti anche sul funzionamento di tutti gli apparati elettronici che controllano la tratta ferroviaria e i segnali interessati nell’ episodio. Il macchinista era stato indagato il giorno successivo al deragliamento. Dopo le prima due accuse, l’uomo era stato invece indagato anche per omicidio colposo dopo il decesso di un pensionato piemontese morto a Torino per arresto cardiaco: Domenico Gilli, 76 anni, era fra i feriti dell’incidente ferroviario.
Il nesso fra questo e l’evento morte e’ ancora tutto da dimostrare pero’: anche perche’ l’anziano aveva lasciato l’ospedale bolognese Maggiore con un trauma maxillo-facciale, una frattura del setto nasale e una sospetta frattura a una costola, ma con una tac che escludeva piu’ serie complicazioni.