In un anno le domande di pensione
pervenute all’Inps dell’Emilia-Romagna sono aumentate del 17,1%:
quelle di vecchiaia sono passate tra il 2002 e il 2003 da 21.653
a 29.588 (+36,6%), quelle di anzianità da 30.217 a 36.402
(+20,5). Ma non è solo l’invecchiamento della popolazione a
produrre il dato: “Un aumento della spinta proviene dall’
aleatorietà del regime futuro. La gente va in pensione appena
può”, ha detto il presidente del Comitato di indirizzo e
vigilanza dell’Ente, Franco Lotito.

Il dato è emerso durante un incontro di Lotito con la stampa
per presentare il consuntivo 2003, in cui è stato sottolineato
come l’anno scorso sono cominciate ad andare in pensioni le
classi ’49, ’50,’51. Per quanto riguarda le altre voci, quelle
di invalidità sono cresciute del 5,9%, quelle indirette del
7,1%, quelle di reversibilità, le uniche sulle quali non
interviene ovviamente la volontarietà dei soggetti, dello 0,3%.
In totale le pensioni richieste sono salite da 84.257 a 99.054.
L’invalidità civile, la cui erogazione è stata tolta alle
Prefetture e affidata all’Inps, sono cresciute da 25.341 a
30.673, con un balzo del 21%, e questo dato secondo il
presidente del Comitato regionale Giacomo Piccinini è dovuto
all’invecchiamento generale.
In totale, il sistema regionale gestisce 1.407.257 pensioni,
per un importo pari a oltre 11 miliardi e 700 milioni di euro.


La gran parte, pari al 36%, sono pensioni da 201 a 500 euro,
mentre lo 0,22% (2.942 pensionati) percepisce oltre 3000 euro.
Non è possibile, secondo l’Inps, scorporare il dato di quante
persone abbiano visto aumentata la pensione al minimo di 500
euro (il famoso milione di lire), mentre molte rendite restano
sotto tale cifra perché gli aventi diritto sono titolari di
altri redditi.
Per quanto riguarda la Cassa integrazione guadagni, gli
interventi ordinari sono arrivati a 2.906.223 ore per operai e
impiegati, il 4,7% in più sul 2002, mentre quelli straordinari
sono saliti del 79,2%: in particolare le ore per operai sono
salite dell’86,3%, da 1.022.403 a 1.904.659, quelle per
impiegati del 55,4%, da 306.215 a 475.750.


Le prestazioni a sostegno del reddito sono cresciute dell’
11,49% per la disoccupazione ordinaria, dell’1,68% per la
disoccupazione agricola, mentre le indennità di mobilità sono
passate da 3.685 a 4.385 (+19%).
L’attività ispettiva si è concretizzata in 13.292 ispezioni
(+18,2%), con l’individuazione di 8.878 irregolari (+32,9%,). Il
numero di aziende in nero e di lavoratori autonomi non iscritti
é salito a 1.916 (+10,9%), il numero di lavoratori irregolari
é invece sceso da 12.149 a 10.948 (-11,8%). I contributi evasi
accertati sono risultati pari a 14 milioni 410.000 euro (-5,4%),
per altre inadempienze invece sono cresciute a 21 milioni
456.000 euro (+19,2%).