Ogni anno si consumano mediamente tra le mura domestiche 15 reati di infanticidio: ossia un neonato o un bambino di 3-4 anni viene soppresso senza motivo da un genitore, quasi sempre la madre. Si tratta di omicidi violenti, efferati e soprattutto preoccupanti.

Lo sostiene il Direttore Tecnico Psicologo della Polizia di Stato, Marco Strano, per il quale, “la famiglia più che un luogo idilliaco per sicurezza e per protezione è, all’opposto, teatro di reati gravi e di violenze consumate non solo sui minori molto spesso nel più assoluto silenzio”.
E non a caso proprio omertà e silenzio sono molto spesso gli ostacoli più seri all’azione investigativa.
L’incidenza degli infanticidi (da 15 a 20 l’anno) sul totale dei delitti familiari (si viaggia da più di un decennio sui 200 l’anno) è mediamente del 20%.

Un delitto ogni giorno e mezzo, uno ogni 36 ore tra le mura domestiche: nel 2003, secondo l’Eures, sono stati 178 con 201 vittime pari al 29,6% dei 601 eventi delittuosi complessivi ed al 30,5% dei 658 decessi conseguenti.
“Si tratta di cifre eloquenti anche se non proprio allarmanti – sottolinea Strano – di quel che accade nel nucleo familiare divenuto estremamente conflittuale: a queste cifre bisogna aggiungere le quotidiane denunce per abusi o maltrattamenti vari”.