I buoni pasto costano troppo a bar e ristoranti.
La Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, ha annunciato una serrata a oltranza: chi aderirà il suo appello, in sostanza, non accetterà più i ticket finchè dal governo non arriverà una soluzione seria.

Per lo stesso problema, nel 2003, ci fu il ‘non ticket day’ adesso, invece, si passa ad uno ‘sciopero del ticket’, molto più pericoloso. Perchè, se il rifiuto dei buoni pasto si prolungherà davvero, saranno guai. Ancora la Fipe infatti annuncia: “Questa volta andremo avanti fino a quando non si troverà una soluzione in sede governativa”.

Le società che rimborsano loro i ticket – spiegano gli operatori del settore – li gravano di commissioni eccessive. ‘Le percenutali – denunciano – ‘sono arrivate al 10, 12 per cento’. E, come se non bastasse, i rimborsi arrivano anche con forti ritardi.
Le società addette a queste operazioni si difendono dicendo di aver dovuto ritoccare le commissioni per colpa dei ribassi del valore in diverse gare d’appalto con aziende pubbliche e private.

Anche McDonald’s ha aderito alla protesta, a cui parteciperanno anche gli associati dei Gastronomi, salumieri e pastai torinesi. Ancora però non si sa quante saranno le adesioni alla protesta. Molti piccoli esercenti infatti hanno già detto che non rifiuteranno i ticket perchè così facendo rischierebbero di perdere i clienti.

Nella vicenda è intanto intervenuto anche l’Antitrust: le società che emettono e gestiscono i buoni-pasto, infatti, sono state accusate di aver formato una sorta di cartello per le commissioni.

Da lunedì prossimo si potranno constatare con mano i risultati dell’appello del Fipe a questo singolare ‘sciopero’.