”Solo Pomodoro Italiano” e’ il bollino che verra’ applicato alle confezioni di polpa, pelati e passata di pomodoro a marchio Valfrutta, Cirio e De Rica a garanzia dell’origine, della qualita’, della genuinita’ e della rintracciabilita’ della materia prima utilizzata, grazie all’iniziativa promossa dal Gruppo Conserve Italia.

”Attraverso questa indicazione d’origine – dichiara Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia – ci proponiamo di valorizzare ulteriormente la nostra produzione, ottenuta con tecniche di coltivazione moderne e rispettose dell’ ambiente, e sottolinearne l’assoluta italianita’. Un aspetto di grande importanza di fronte al rapido e progressivo incremento della presenza, sul mercato nazionale, di concentrato di provenienza straniera, commercializzato a prezzi decisamente concorrenziali e caratterizzato da un livello qualitativo generalmente inferiore agli standard del prodotto italiano”.


”Grazie all’accurata selezione della materia prima, coltivata nelle aree piu’ vocate del nostro paese, ed al rigoroso controllo dell’intera filiera produttiva – prosegue Gardini – le polpe, i pelati e le passate a marchio Valfrutta, Cirio e De Rica garantiscono, invece, la massima qualita’, naturalita’ e freschezza”. Inserendo il bollino ‘Solo Pomodoro Italiano’, Conserve Italia – rileva una nota – recepisce appieno lo spirito della normativa n.204 del 3 agosto 2004 riguardo l’ identificazione dell’origine dei prodotti alimentari e le successive indicazioni tecniche definite nel decreto legge in fase di approvazione ministeriale, in base al quale la vera passata ‘Made in Italy’ puo’ essere ottenuta soltanto dalla spremitura diretta del pomodoro fresco, sano e maturo. ”Questo atteso provvedimento – sottolinea il presidente di Conserve Italia – intende difendere la vera passata italiana ed evitare che sia venduto al consumatore un prodotto diverso da quello richiesto. Le passate di pomodoro ottenute dalla diluizione del concentrato di minore qualita’ potranno essere vendute sul mercato nazionale solo con denominazioni differenti, tali da non creare confusione con la vera passata di pomodoro italiana”.


”Un’esigenza, questa – conclude Gardini – volta ad evitare che venga spacciato come italiano un prodotto ottenuto dalla rilavorazione di concentrato di pomodoro proveniente da altri paesi, in particolare dalla Cina, che nel 2004, con 157.000 tonnellate, ha rappresentato la principale voce delle importazioni di prodotti agroalimentari in Italia, per un valore di 70 milioni di euro”.