Non esistono motivazioni reali per ridurre il consumo di carni bianche italiane in quanto controllate e sicure. Lo afferma il gruppo di coordinamento e monitoraggio sull’influenza aviaria costituito nei giorni scorsi da Provincia di Modena, enti locali, Azienda Usl e Policlinico.

La recente introduzione delle etichette con la tracciabilità del prodotto – affermano i tecnici – è un’ulteriore garanzia di sicurezza. La cottura delle carni e l’utilizzo di carni dotate del bollino di tracciabilità eliminano del tutto il rischio di contagio attraverso questa via di trasmissione.

Va peraltro ricordato – aggiungono i componenti del gruppo di lavoro – che da molto tempo sono state diffuse e in genere applicate delle norme di comportamento per una corretta convivenza tra popolazione e animali, in particolare i volatili, fra cui l’invito a non dare loro cibo per evitarne un incremento numerico incontrollato.

Quanto ai rischi derivanti dagli uccelli migratori che in questo periodo transitano anche nel nostro Paese, il gruppo di lavoro ricorda che durante la migrazione essi fanno sosta nei grandi laghi dell’Europa centro orientale, dove avviene un rinnovo delle piume (attività che, notoriamente, favorisce la diffusione del virus). Nonostante le soste che successivamente i migratori fanno nei grandi bacini fluviali della pianura Padana, i rischi per le nostre zone sono da considerare assai remoti: si sono registrati, infatti, anche negli anni passati, altissimi livelli di mortalità di volatili (anche superiori a quelle che vengono riportate oggi) causati dai ceppi virali dell’influenza aviaria, senza che ciò abbia causato epidemie nella specie umana.