Un investimento annuale di 7 milioni di euro (tra fondi regionali e del Fondo sociale europeo), 133 istituzioni scolastiche coinvolte, 102 enti di formazione professionale, 257 classi e 4093 studenti.

Sono i numeri dei primi e secondi anni dei percorsi integrati di istruzione e formazione professionali avviati nel corso dell’anno scolastico 2004-2005 e previsti dalla legge regionale sulla scuola approvata nel giugno del 2003.
Numeri e cifre presi in esame nel rapporto regionale per l’anno scolastico 2004-2005 sul primo e secondo anno dei bienni integrati presentati a Bologna dall´assessore regionale alla scuola e alla formazione Mariangela Bastico.

Vediamo in dettaglio i dati del rapporto sui percorsi integrati
Il rapporto sui percorsi integrati: abbandoni ridotti per il primo anno, più promossi nel secondo
Per quanto riguarda la prima annualità , in tutto il territorio regionale sono stati coinvolti 87 istituti scolastici (di cui il 76,8% sono istituti professionali). Significative anche le cifre sugli allievi: nell’anno scolastico 2004-2005 sono stati 2.288, cioè 347 in più rispetto al 2003/2004.
Il 90% di loro viene dalla terza media, il restante 10% si iscrive dopo una bocciatura al primo anno delle superiori, per lo più di altri istituti in cui non è presente l’opzione “integrata”.
Tra gli allievi la presenza dei maschi resta maggioritaria e anzi cresce: i ragazzi sono il 69% contro il 65,2% dell’anno precedente. Di poco più elevata – rispetto ai corsi tradizionali – anche la presenza di studenti con disabilità: sono il 5,5%. Sono aumentati fino al 17,2% gli studenti stranieri (contro il 14,8% dello scorso anno).
Migliori gli esiti degli allievi che hanno frequentano il primo anno del biennio integrato rispetto a quelli dei ragazzi che hanno scelto il percorso tradizionale: i promossi nell’integrato sono stati infatti il 76,1% (contro il 71,6% nel tradizionale), i bocciati il 17,6% (contro il 19,8%).
Ma il dato senz’altro più significativo – poiché la strategia dell’integrazione ha fra i propri obiettivi la lotta alla dispersione scolastica – è quello che fa riferimento agli abbandoni: nell’integrato sono stati il 6,3%; nel tradizionale l’8,6%.
Dopo questo primo anno ben il 99,3% ha dichiarato di volersi iscriversi al secondo anno integrato. E i bocciati?

“E’ qui – spiega l’assessore Bastico – uno degli aspetti più preoccupanti, su cui è necessario intervenire, rafforzando motivazioni e autostima”. Già, perché solo poco più del 50% dei bocciati dichiara che si riscriverà a scuola (nell’integrato o nel tradizionale; il 43,3% si orienta verso il lavoro, il 5% si rivolgerà alla formazione professionale.
Per quanto riguarda la seconda annualità, gli istituti coinvolti nell’attivazione del secondo anno, in regione, sono in totale 46. Alla conclusione del primo anno integrato (nell’anno scolastico 2003-3004) risultavano promossi 1388 allievi. Sono poi stati 1318 quelli che si sono effettivamente iscritti al secondo anno integrato. Tra questi il 71,4% proviene dal primo anno del percorso integrato, il 26% da quello tradizionale.
Chi sono questi nuovi allievi che provengono dalla frequenza di un primo anno tradizionale? Sono in tutto 361: 281 vengono dallo stesso istituto (e il 31,7% di questi ultimi sono stati bocciati), 80 da istituti diversi (con un 40% di bocciati).
“E’ chiaro – spiega l’assessore Bastico – che la rilevante quota di bocciati indica che, nell’opinione comune, il percorso integrato presenta oggi più chances di successo. Quello che comunque più ci interessa è che questi ragazzi siano ancora a scuola e che abbiano un’ulteriore e diversa possibilità di proseguire il loro percorso”.
Risultano confermate, anche nel secondo anno, le principali caratteristiche degli allievi. I maschi prevalgono (62%) e vi è stata una maggiore presenza di studenti con handicap (5,1%) e stranieri (14,2%).
Alla fine del secondo anno integrato che si è svolto nel 2004-2005 i promossi sono stati l’82,7% (contro il 78,7% del tradizionale); i bocciati il 12,5% (contro il 15,7%); anche in questo caso, importante sottolineare che gli abbandoni sono al 4,8% nei percorsi integrati contro il 5,6% nei percorsi tradizionali.