La Regione Emilia-Romagna interviene con 1 miliardo e 18 milioni di euro per sostenere la liquidità di cassa delle Aziende sanitarie. Il finanziamento riguarda il trasferimento completo alle Aziende sanitarie di fondi incassati a fine anno dal Governo (468 milioni di euro) ed un’anticipazione dal bilancio regionale di 550 milioni.

Di fatto, il trasferimento di 1 miliardo e 18 milioni è a totale carico delle casse regionali in quanto la Regione ha rinunciato al reintegro degli oltre 600 milioni di euro già anticipati alle Aziende sanitarie negli anni scorsi.
Il piano di intervento finanziario regionale è stato deciso alla fine del 2005 per permettere tempi più celeri nel pagamento dei fornitori di beni e servizi (manutenzioni, lavanolo, ristorazione, pulizie.) che, al momento, sono in media di 400 giorni, con punte fino a oltre 500 giorni. Occorre ricordare che il costo annuo per le Aziende sanitarie per l’acquisizione di beni e servizi ammonta a oltre 1 miliardo e 600 milioni. Il recupero medio dei tempi di pagamento, con la manovra, si aggira sui 6-7 mesi.

La manovra è stata illustrata questa mattina alla stampa, nella sede della Regione, dagli assessori alle Finanze Flavio Delbono ed alle Politiche per la salute Giovanni Bissoni.
“Immettiamo oltre 1 miliardo di euro di liquidità – ha dichiarato Delbono -, una parte del quale con un’anticipazione onerosa dalle banche, a fronte di una situazione resa insopportabile dai ritardi dello Stato che si scaricano soprattutto sui fornitori”.
“Tali ritardi – ha aggiunto Bissoni – introducono elementi distorsivi, ponendo fuori dal mercato chi fornisce beni e servizi ma non è in grado di reggere i fortissimi rinvii nei pagamenti, inoltre indeboliscono la capacità contrattuale dell’azienda sanitaria”. Bissoni ha quindi evidenziato come tra le cause principali del disavanzo della sanità regionale debba individuarsi “il credito che l’Emilia-Romagna vanta nei confronti del ministero dell’Economia, cui si è sommato nel 2005 il mancato rimborso per la mobilità sanitaria”. La “migrazione” dei cittadini italiani verso la sanità emiliano-romagnola – ha precisato l’assessore -, “ha una quota superiore a quella di qualsiasi altra regione, in rapporto al bilancio”.

A rendere la situazione estremamente allarmante per le casse del Servizio sanitario regionale sono gli ormai purtroppo consueti ritardi del Governo nei trasferimenti di cassa alle Regioni, la decisione di sospendere gli effetti del decreto legislativo 56/2000 sul federalismo fiscale, l’esclusione nel 2005 dell’anticipazione mensile dell’acconto sulla mobilità degli assistiti (ammalati di una regione che utilizzano servizi sanitari di un’altra regione) che colpisce in modo particolare l’Emilia-Romagna che ha – da anni – un saldo attivo di mobilità.
A fine 2005 i crediti della Regione Emilia-Romagna verso il Governo ammontavano a 1 miliardo e 800 milioni, ridotti – a seguito dello sblocco dei primi fondi – a 1 miliardo e 300 milioni.

I tempi della manovra regionale di 1 miliardo e 18 milioni di euro: 231 milioni di euro sono già stati trasferiti a fine gennaio, 511 milioni sono già in pagamento e verranno incassati a giorni dalle Aziende sanitarie, 276 milioni saranno trasferiti nel momento in cui verrà definito il piano di corresponsione dei crediti alle Regioni da parte del Governo, che verrà sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni e approvato, ai sensi della legge finanziaria 2006, entro il prossimo 31 marzo 2006.