E’ arrivata la sorpresa dell’uovo di Pasqua: non sono di cioccolato! Non almeno quello che intendiamo noi. Sono in circolazione uova con il surrogato di cioccolato, il finto cioccolato prodotto con grassi vegetali in aggiunta o al posto del burro di cacao.

Una vera sconfitta per il palato, oltre che per la nostra salute. Il costoso e gustoso burro di cacao, infatti, è sostituito da materie grasse meno nobili come il burro di karitè, olio di palma, illipè che sono ricchi di acidi grassi saturi, responsabili dell’aumento del colesterolo cattivo nel sangue. Al contrario, il cioccolato autentico abbassa il livello di questo colesterolo grazie ai flavonoidi che hanno anche un’azione antiossidante. Alla larga dunque dal surrogato! Anche per le colombe le insidie non mancano, basti pensare agli ingredienti ogm. Ma come riconoscere le uova e le colombe buone da quelle cattive?

Di seguito i consigli del Codacons per scegliere prodotti di qualità:

· Qualità prima dell’acquisto: leggete con attenzione l’etichetta. L’unico strumento che avete per valutare la qualità a scatola chiusa, è l’etichetta. Ricordatevi, che la lista degli ingredienti deve essere, per legge, in ordine decrescente di concentrazione. I primi ingredienti sono i più abbondanti e poi, scendendo, diminuiscono di quantità.
Uova. Un cioccolato per essere al top dovrebbe contenere, nell’ordine: cacao in polvere e burro di cacao (pasta di cacao), zucchero, latte in polvere, aromatizzanti naturali. Il burro di cacao è l’elemento più importante: verificate, quindi, a che punto della lista si colloca. Se trovate scritte strane, del tipo, “contiene grassi di sostituzione” abbandonate l’uovo!
Colomba. Una colomba per essere al top dovrebbe contenere, nell’ordine: farina, zucchero, uova, burro, canditi. In particolare le uova devono essere di categoria A (no all’albume in polvere!), il burro, da preferire decisamente alla margarina, deve essere in quantità non inferiore al 16%, mentre i canditi non devono essere meno del 15% (tra 15 e 20%). Il latte è facoltativo. Se c’è è preferibile che non sia scremato e va decisamente evitato quello in polvere. E i conservanti? Meglio che non ci siano! Se si usano materie prime di qualità non c’è bisogno di conservanti per arrivare alla data di scadenza. La certificazione di un ente indipendente che attesta che il prodotto è ogm-free è indice della serietà della ditta.
· Non fatevi ingannare dalle foto. Spesso si sceglie la colomba per l’immagine accattivante posta sulla confezione. Nella totalità dei casi si tratta di pubblicità ingannevole. Non a caso la gran parte delle industrie, per evitare esposti all’Antitrust, scrivono, in piccolo, molto piccolo, che “le immagini riportate sulla confezione costituiscono un semplice suggerimento di presentazione”.
· Prezzo. Il prezzo alto non è necessariamente indice di qualità del prodotto. Un motivo in più per controllare l’etichetta.
· Provate prodotti alternativi a quelli delle marche pubblicizzate e famose: non è detto che non siano di buona qualità. Spesso ci sono, ad esempio, linee di prodotti con lo stesso nome e marchio del supermercato: il loro prezzo è mediamente inferiore del 10-15% rispetto agli articoli reclamizzati negli spot e sono solitamente di buona qualità.
· Uova o cioccolato? Ricordatevi che le uova costano molto di più rispetto ad una tavoletta di cioccolato e ad una sorpresina comperata a parte, che avrete il vantaggio di poter scegliere, rispettando così anche i criteri di sicurezza (ricordiamo che le sorpresine dell’uovo sono pericolose perché troppo piccole). Basta, quindi, un uovo per festeggiare.

· Qualità dopo l’acquisto: la prova d’assaggio. Dopo l’apertura il modo migliore per stabilire la qualità del prodotto è la prova d’assaggio. Segue la valutazione del profumo. Al terzo posto l’aspetto. In particolare:
Uova. Al palato è facilissimo riconoscere il cioccolato puro: si scioglie in bocca e scivola via. La tendenza a sciogliersi è direttamente proporzionale al contenuto di burro di cacao ed inversamente proporzionale al contenuto di zucchero, che spesso viene messo in eccesso per aumentarne il peso. L’aspetto è lucido, il profumo aromatico, al tocco sembra freddo e si scioglie facilmente in mano.
Colomba. La lievitazione è importante anche per valutare la sofficità. Verificate la crescita del dolce rispetto al pirottino (l’involucro di carta con bordo pieghettato usato come contenitore): la colomba non deve essere piatta. Nell’impasto i buchini prodotti dalla fermentazione non devono essere delle caverne. La crosta non deve essere troppo scura. Il colore dell’impasto deve essere dorato, la glassatura consistente. Per i canditi: più sono grandi e maggiore è la loro qualità. In bocca, poi, devono essere morbidi. Un ultimo consiglio che non attiene alla qualità. Non fate inutili incette. Da martedì i prezzi di uova e colombe magicamente scenderanno. Tenetelo presente. Le offerte 3 x 2 possono essere vantaggiose, ma che ve ne fate di 3 confezioni di colombe? Se non dovete regalarla, ricordatevi che dopo poco scade (dopo 6 mesi, solitamente il 30 giugno) e alla seconda colomba l’entusiasmo cala e ci si stufa di mangiarla.