Quota seimila per la prima edizione modenese del Festival dell’architettura. Sette giorni all’insegna di un grande tema, l’Architettura di rara bellezza, capaci di coinvolgere un pubblico attento e competente, conclusi con un dato oltremodo significativo: seimila presenze dettagliate dal Comitato organizzatore con oltre 3.500 visitatori alle 13 mostre allestite al Foro Boario, al Palazzo dei Musei, al Forum Monzani e al Quartiere Torrrenova, e 2.500 presenze ai 22 eventi ( conferenze, incontri con l’autore, e tavole rotonde ) che hanno accompagnato l’intera rassegna.


Quindicimila, infine, le presenze registrate dal Festival nelle sue tre sedi di Parma, Reggio e Modena con un incremento complessivo rispetto alla edizione 2005, tutta parmense, di oltre otto mila unità.

La Via Emilia, dunque, come circuito urbano e grande teatro del Festival ha funzionato. La nuova soluzione organizzativa ha certamente permesso di coinvolgere un intero ambito territoriale in un percorso di reciproca valorizzazione tra contenuto e contenitori, ricercando corrispondenze di significati tra le architetture delle nostre città e quelle proposte, di volta in volta, dalle mostre.
Dalle foto delle tedesche Sabine Haubitz e Stefanie Zoche,”Bellezza dell’architettura incompiuta – Sinai Hotels”, alla ricostruzione del muro romano proposto dalla mostra “Il Passato presente”, ai disegni originali dei progetti più significativi dell’Architekturbüro Bolles+Wilson, per citare alcune delle mostre più visitate, sono state le suggestioni proposte dalla bellezza come ricerca, come necessità di misurasi con il problema estetico dell’architettura a segnare il lungo ed articolato percorso del festival.

Particolarmente seguiti, infine gli eventi proposti dalla programmazione “modenese” del Festival, a cominciare dalle serate dedicate all’ex Manifattura tabacchi, al suggestivo tema della Via Emilia proposto per l’occasione da oltre sessanta foto di Franco Fontana, ai due dibattiti, “La cultura della città – l’informazione sul progetto urbano e di architettura” e “Il passato presente”.

Positive anche le prime valutazioni del direttore del Festival, prof. Carlo Quintelli, e dell’assessore alla Programmazione e gestione del territorio del Comune di Modena, Danile Sitta. Carlo Quintelli, direttore del Festival, dichiara che “Non più solo Parma come luogo del Festival. La scelta, non facile, ha funzionato: le presenze sono in forte aumento; la formula ha permesso di mettere in relazione tre città laboratorio per l’architettura andando oltre gli stessi temi proposti dalle città medie. Più in generale, poi, il Festival, come ha sottolineato il professor Franco Purini, ha mostrato di assolvere a pieno titolo un ruolo complementare, di pari dignità, alla Biennale di Venezia”.

Daniele Sitta, assessore all’Urbanistica, aggiunge che “avevamo pensato ad un Festival capace di proporre, insieme, grandi suggestioni e temi locali, come nel caso della Manifattura tabacchi, o gli scavi di Piazza Roma con il grande quesito del come aggiornare la città antica. Credo di poter dire che ci siamo riusciti. Molti e di qualità sono stati i contributi registrati nel corso dei dibattiti. Infine, la partecipazione. Partecipazione come presenze, ma anche e soprattutto come indispensabile momento di elaborazione collettiva e di ricerca già da noi proposta con l’esperienza dei laboratori di progettazione urbana”.