Un meeting domani, sabato 11 novembre, chiamerà a raccolta a partire dalle ore 8.30 il ricco tessuto connettivo di strutture, operatori, professionisti e associazioni del volontariato che costituiscono la ‘Rete Oncologica Provinciale’ per un approfondito confronto con i sanitari del Dipartimento Integrato di Oncologia ed Ematologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena sugli sviluppi delle attività nell’ambito dei progetti nazionali e regionali riguardanti il settore.

L’importante appuntamento, il secondo dopo il battesimo del Centro Oncologico Modenese, patrocinato dalla Società Medico Chirurgica di Modena, si terrà presso il Centro servizi Didattici della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia (via del Pozzo 71) a Modena e contribuirà a verificare quanto è stato fatto, ma ancor più a testimoniare la continua crescita assistenziale e scientifica delle strutture e dei programmi dipartimentali, regionali e nazionali, integrando le competenze oncologiche esistenti a Modena e provincia con l’obiettivo di garantire uniformità, tempestività, appropriatezza ed innovazione.

Accanto al ruolo ed al posizionamento conquistati dal COM nell’ambito della ricerca clinica e dell’oncoematologia il Dipartimento Integrato di Oncologia ed Ematologia ha saputo coerentemente svolgere un’azione fondamentale di riferimento assistenziale nei confronti del territorio riassunta da alcuni numeri, che fotografano in maniera esauriente il lavoro di questi anni: dal 2003 al 2005 i pazienti totali seguiti attraverso la strutture di degenza (DO), il day hospital (DH) e gli ambulatori sono passati da 8.205 a 9.316, mentre l’attività ambulatoriale ha visto parallelamente aumentare il numero delle visite, che sono passate da 7.793 prime visite nel 2003 a 7.968 nel 2005 e da 38.564 visite di controllo nel 2003 a 44.353 nel 2005.

Quanto alla casistica trattata nel triennio di riferimento (2003 – 2005) si è notato un incremento dei tumori alla mammella, che resta di gran lunga la tipologia di neoplasia più frequente (1.721 casi erano stati 1.276 nel 2003), dei tumori al colon-retto (1.025 rispetto a 782 di due anni prima), del tumori genito-urinari (461 casi da 398), dei tumori ai polmoni (389 casi contro 289), dei tumori al pancreas (85 contro 61) e, soprattutto, dello stomaco (180 casi a fronte di 39 nel 2003) e del sistema nervoso (43 contro 29). In ambito oncoematologico le neoplasie più frequenti restano: linfomi non Hodgkin (434 nel 2005 vs 334 nel 2003); mielomi (143 vs 135); leucemie croniche (193 vs 123); leucemie mieloidi acute (91 vs 71) e linfomi di Hodgkin (84 vs 59).

Come sempre accade i progressi realizzabili in questo campo richiedono, tuttavia, una forte condivisione delle conoscenze e anche condotte improntate all’adozione di appropriate linee-guida, nonché – e questo sarà il passo successivo – la definizione di percorsi assistenziali con creazione di unità funzionali dedicate per le patologie oncologiche più frequenti.

Muove da questi significativi dati e dalla diffusione di una ramificata presenza a presidio di queste delicate patologie l’esigenza di determinare periodici appuntamenti che consentano agli operatori di verificare l’efficienza e la qualità dei processi assistenziali per migliorare le prestazioni e integrare le varie esperienze. Il convegno, pertanto, nella sua articolazione si svolgerà attraverso due sessioni (due) che consentiranno di approfondire tematiche quali: diagnostica genetica ed epidemiologia; oncologia clinica; trapianti e terapie cellulari; immunità nelle infezioni delle oncoemopatie e markers di infezione; interventi sanitari preventivi; medicina palliativa.
La giornata sarà, poi, conclusa alle ore 12.00 da una lettura magistrale pronunciata dal prof. Gianluigi Cleto, Direttore della Divisione di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera di Verona, su “Lo sviluppo delle cure palliative in Italia” e dalla consegna dei premi assegnati dalle Associazioni di volontariato ai migliori lavori presentati sulla materia da giovani ricercatori.