Lotta alla precarietà, stabilizzazione e regolarizzazione dei rapporti dilavoro, superamento della legge 30. Sono i temi a cui è dedicato l’Attivo di domani, giovedì 25 gennaio, degli oltre cento fra quadri e delegati della Cgil di Modena alla presenza del segretario nazionale Cgil, Fulvio Fammoni con delega alle politiche attive del lavoro, formazione e ricerca, a cui sono affidate le conclusioni a fine mattinata.


L’Attivo si apre alle ore 9, presiede Domenico D’Anna e introduce Fiorella
Prodi della segreteria Cgil Modena.

Contratti a tempo determinato, lavoro temporaneo, collaborazioni coordinate e continuative, a progetto, sono diventate, a Modena, le forme prevalenti di avviamento al lavoro (oltre il 70% dei nuovi assunti sono a tempo determinato).
La precarietà intesa come minori tutele nel rapporto di lavoro e maggiori incertezze nella prosecuzione del rapporto stesso è, il più delle volte, anche accompagnata da minor salario e/o ridotti costi aziendali.
La legge Finanziaria 2007 prevede diversi interventi per la stabilizzazione/regolarizzazione del lavoro sia nel pubblico che nel privato e diversi strumenti di contrasto al lavoro nero, fra i quali l’istituzione del Documento unico di regolarità contributiva (Durc) per le imprese e l’obbligo di comunicazione entro il giorno antecedente per tutti i rapporti di lavoro ai centri per l’impiego.

Molti degli interventi adottati in Finanziaria sono senza dubbio frutto dell’azione e delle richieste delle Organizzazioni Sindacali che nei prossimi mesi sono impegnate a tradurre in accordi e piattaforme le norme per la stabilizzazione e regolarizzazione di molti collaboratori sia negli
enti pubblici che nel settore privato, dai call center ai servizi, ai pubblici esercizi (negozi, bar, alberghi).

La Cgil ritiene che si debba andare verso una piena e “buona” occupazione, da intendersi come occupazione stabile a tempo indeterminato, condizione essenziale per promuovere coesione sociale, fruizione dei diritti e qualità dello sviluppo.
Quindi il lavoro stabile e di qualità, le retribuzioni adeguate, il consolidamento dell’occupazione attraverso la formazione dei lavoratori di aziende in crisi (per evitarne l’espulsione dal mercato del lavoro), sono
un collante forte per rendere sempre più competitiva e dinamica la nostra realtà produttiva. Questa scelta favorirebbe la giusta selezione tra imprese (in particolare verso quelle che si attardano sulla sola competizione da costi), aiuterebbe a vincere le sfide internazionali, a “fare sistema” e a qualificarlo, rendendosi necessaria a questo scopo anche
una vera programmazione economica finalizzata ad orientare e selezionare l’uso di tutte le risorse, salvaguardare il territorio e la sua vivibilità,
guidare la crescita verso la qualità e la sostenibilità piuttosto che un’ulteriore espansione.

Per la Cgil è necessario realizzare una nuova legislazione che superi l’impostazione della legge 30, anche nella prospettiva unitaria di
confronto col Governo sulle politiche del lavoro, e dare continuità alle iniziative e alle piattaforme costruite unitariamente da Rsu, Categorie,
Organizzazioni Confederali modenesi.

La Cgil propone di riscrivere le norme sul mercato del lavoro sulla base delle proprie proposte di legge di iniziativa popolare (marzo 2003) e
sostenute da 5 milioni di firme. Il cuore della proposta si sostanzia in diversi punti: centralità del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, ridefinizione del lavoro subordinato ricomprendendovi tutte le forme di lavoro “economicamente dipendenti” verso terzi con conseguente estensione di diritti e tutele (e
ovviamente costi), ricomposizione dell’unità del ciclo produttivo superando la frammentazione di mansioni e funzioni attuata con appalti e
intermediazione di manodopera, estensione generalizzata degli ammortizzatori sociali, aumento dell’indennità di disoccupazione e maggiore formazione per i lavoratori.