Il progetto di ristrutturazione delle aziende del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna, annunciato nell’autunno del 2006 prevede che gli uffici di Direzione Generale di Imola, anche se per ora limitata ad alcuni uffici, siano accorpati presso la capogruppo a Ravenna.

Questo rischia di staccare l’azienda Banca di Imola dal proprio territorio facendole perdere quell’autonomia che la stessa azienda sbandiera come un valore, senza peraltro aumentare il valore aggiunto nel territorio della capogruppo a Ravenna.
Tutto ciò porterà, infatti, non solo mobilità professionale e territoriale, non tutelata, per tutti i lavoratori del gruppo, ma in prospettiva vedrà sempre più ridurre l’autonomia della Banca di Imola.
Quale autonomia ci può essere quando processi decisionali sono gestiti dalla capogruppo? Quale professionalità per i lavoratori di Ravenna se si chiama personale in distacco da Imola?

Le OO.SS. hanno da subito dato la loro disponibilità a gestire le ricadute sui lavoratori, proponendo all’azienda di sottoscrivere un accordo di gruppo di minime tutele così come accade in tutte le altre aziende bancarie interessate a processi di mobilità.

L’atteggiamento aziendale è stato invece di rifiutare ogni costruttiva proposta sindacale, minimizzando nello stesso tempo le problematiche derivanti dalla ristrutturazione.

Questo è solo l’ultimo di diversi atteggiamenti di chiusura da parte sia di Banca di Imola e sia di Cassa di Risparmio di Ravenna a qualsiasi confronto con i lavoratori.

Da tempo le OO.SS. contestano alle aziende del gruppo la miopia decisionale sulle gestione esasperata della riorganizzazione, delle assunzioni precarie (tempi determinati, ecc…) e un progetto condiviso sui percorsi formativi. Tutto ciò potrà anche portare alle tanto agognate riduzioni di costi e maggiori dividendi per gli azionisti, ma sicuramente non produce quella professionalità utile sia ai lavoratori sia alla clientela.
Di conseguenza, espletate le formalità delle procedure previste dalla legge, i lavoratori della Cassa di Risparmio di Ravenna e della Banca di Imola danno seguito all’annunciato sciopero.

Il sindacato intero è disponibile ad accordi che vedano garantite le giuste aspettative professionali dei lavoratori, un miglior servizio alla clientela e le aspettative di maggior redditività.