Una nuova idea di diritto allo studio universitario, per rafforzare il sostegno agli studenti, fornire nuove prestazioni – come servizi di accoglienza, prestiti, assegni formativi – e creare un ampio sistema di opportunità per garantire a tutti l’accesso e la frequenza ai più elevati gradi di studio.


La Giunta regionale ha approvato il progetto di legge “Sistema regionale integrato di interventi e servizi per il diritto allo studio universitario e l’alta formazione”, che ripensa la strategia del sistema regionale in materia e che promuove e disciplina un sistema integrato di servizi e interventi, aggiungendo un ulteriore tassello al quadro delle politiche della Regione sul sistema dell’istruzione e della formazione.
Le azioni vengono indirizzate verso la più ampia inclusione e verso il superamento degli ostacoli che possono condizionare l’accesso, la frequenza e il completamento degli studi. Il provvedimento mantiene l’attenzione sugli studenti capaci e privi di mezzi, ma allo stesso tempo amplia il tradizionale concetto di diritto allo studio, sia per quanto riguarda la gamma delle opportunità, sia per quanto riguarda i destinatari, nella convinzione che consentire ai giovani di frequentare la formazione superiore significa investire nello sviluppo economico e sociale.
Per dare impulso a questo nuovo impianto, la Regione ha ritenuto non sufficiente intervenire ampliando unicamente risorse, interventi e servizi, ma ha deciso di rivedere il sistema, per dare più unitarietà alle strategie in materia di diritto allo studio: il progetto di legge compie pertanto la scelta di costituire un’unica Azienda regionale per il diritto agli studi superiori. Sarà costituita dal 1 ottobre 2007 e dall’inizio del 2008 le attuali aziende di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, Parma cesseranno l’attività.

“L’intenzione è di mettere a disposizione degli studenti una maggiore quantità di risorse e soprattutto una qualità nuova e più omogene di servizi e sostegni al successo formativo – ha detto l’assessore regionale all’Università, Paola Manzini – Pensiamo che un’unica azienda regionale per il diritto allo studio e un solo consiglio d’amministrazione possa servire a razionalizzare i costi e possa contribuire in maniera più adeguata a rispondere alla richiesta di diritto allo studio nella nostra Regione”.

I consiglieri d’amministrazione passeranno dagli attuali 25 a 5, con un risparmio di circa un terzo delle spese attuali. La Regione per l’anno 2006 ha corrisposto alle quattro aziende per il diritto allo studio circa 20 milioni di euro provenienti dal Fondo regionale, di cui il 65% destinati alle spese di personale e di funzionamento e il restante ai servizi di ristorazione e al servizio abitativo. Al diritto allo studio per il 2006 sono andati inoltre circa 14 milioni di euro del Fondo integrativo nazionale e 16 milioni di euro della tassa regionale, per un totale di circa 30 milioni di euro con i quali sono state finanziate le borse di studio.

“Una riforma importante del nostro sistema del diritto allo studio universitario – ha detto il vicepresidente della Giunta regionale Flavio Delbono – una ottimizzazione del processo amministrativo e una razionalizzazione della forma dell’intervento: passare da quattro aziende per il diritto allo studio a una, libera risorse da destinare a vari interventi”.
Il coinvolgimento delle Università sugli interventi per il diritto allo studio avverrà, nel rispetto del principio di collaborazione istituzionale, all’interno della Conferenza permanente per i rapporti fra Regione e Università, nel cui ambito è prevista la possibilità di pervenire ad accordi su tematiche di interesse comune.

Tra gli obiettivi del provvedimento vi è la promozione dell’internazionalizzazione dei percorsi formativi, di ricerca e professionali, in sinergia con le università, gli enti di ricerca e quelli economici, e anche l’integrazione della popolazione studentesca non residente con le comunità residenti, promuovendo un ampio sistema di accoglienza in raccordo con gli enti locali. Ogni Comune con sede universitaria sarà dotato di un presidio territoriale e di un apposito sportello per lo studente. Il progetto di legge, inoltre, istituisce la Conferenza regionale dei Comuni aventi sede universitaria, con funzioni consultive, di confronto e di collaborazione istituzionale, nominata dal presidente della Regione e composta dall’assessore regionale competente, che la presiede, e dai sindaci dei Comuni interessati.

Viene inoltre creata la Consulta regionale degli studenti, per garantire il coinvolgimento e l’effettiva partecipazione della componente studentesca alla verifica del nuovo sistema degli interventi e dei servizi. La Consulta sarà composta da ventuno studenti designati fra i propri componenti dai Consigli studenteschi delle Università e degli altri Istituti di grado universitario e nominati dal Presidente della Regione. I membri rimarranno in carica per due anni ed eleggeranno un presidente, membro di diritto del consiglio d’amministrazione dell’Azienda per il diritto allo studio: sei membri provengono dall’Università di Bologna, quattro dall’Università di Parma, tre dall’Università di Ferrara e tre dall’Università di Modena e Reggio Emilia, due dall’Università di Piacenza e due dagli altri istituti di grado universitario con sede in Emilia-Romagna.