L’assessore a Sicurezza e coesione sociale Franco Corradini ha incontrato i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, dei patronati e di alcune delle associazioni degli immigrati presenti a Reggio Emilia. Tema dell’incontro: una lettera aperta che gli stessi sindacati e associazioni hanno deciso di inoltrare a prefetto, questore e ministri degli Interni e della Solidarietà sociale riguardo all’entrata in vigore, dal 12 dicembre scorso, della nuova procedura di richiesta del rinnovo del permesso di soggiorno a seguito della convenzione fra ministero dell’Interno e Poste italiane.

Sindacati e associazioni hanno evidenziato alcune disfunzioni e gravi ritardi nel rilascio del rinnovo dei permessi di soggiorno nati dopo l’applicazione della convenzione e, nella lettera, chiedono che vi si ponga rimedio.
L’assessore Corradini ha espresso il sostegno dell’Amministrazione comunale all’iniziativa di sensibilizzazione di sindacati e associazioni di immigrati.

“Obiettivo importante della convenzione – si legge fra l’altro nella lettera aperta – era la semplificazione delle procedure sia nei tempi che nelle modalità, con ricadute vantaggiose” per gli immigrati e per le istituzioni. Tuttavia, “a sei mesi dall’attuazione di tale convenzione assistiamo a un contesto confuso e a un rimpallo di responsabilità”. Infatti, “il tempo d’attesa per l’ottenimento del rinnovo o della richiesta del primo permesso di soggiorno diventa a questo punto lunghissimo. A sette mesi dalla data di richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno, la maggior parte di coloro che avevano avanzato l’istanza in dicembre-gennaio non hanno ricevuto alcuna convocazione. Un silenzio che sta assumendo toni drammatici nei disagi che ne derivano per i cittadini stranieri, a causa delle ricadute pesanti, in primo luogo sul lavoro, ma anche per le possibilità di affitto o compravendita di immobili, per la richiesta di residenza, per il rinnovo del tesserino sanitario, per il ritiro del nullaosta al fine del ricongiungimento familiare”.

“Molte agenzie di lavoro, Comuni, aziende sanitarie – si legge ancora nella lettera – non riconoscono la ricevuta postale come attestazione di avvenuta richiesta di rinnovo”. Inoltre, in periodo di ferie, “per un cittadino straniero, in assenza di un permesso di soggiorno valido, diventa complicato sia rientrare nel proprio paese d’origine, sia, alla frontiera dei paesi d’origine, rientrare in Italia. Ciò ha portato un gran numero di immigrati a cancellare viaggi prenotati”. Vi è anche un danno economico, determinato fra l’altro dal pagamento di 72 euro per ogni rinnovo di permesso di soggiorno, in assenza però “di un adeguato ritorno del servizio che viene dato”.

A Reggio Emilia, “rispetto ai 1.200 permessi di soggiorno che la questura consegnava mensilmente, i permessi di soggiorno rilasciati dal 12 dicembre 2006 (quando è stata attivata la convenzione, ndr) ad oggi sono stati circa 400, e ciò a fronte di circa 6.000 pratiche compilate presso i patronati. A tutt’oggi il 90 per cento delle pratiche di richiesta o rinnovo del permesso di soggiorno spedite tramite posta nei mesi tra dicembre 2006 e marzo 2007 sono bloccate”.
Associazioni di immigrati e sindacati chiedono perciò “un immediato e radicale cambiamento, un’accelerazione dei tempi di attesa e di consegna dei permessi, modalità diverse per la presentazione delle domande, l’avvio in tempi rapidi delle competenze ai Comuni”.