Ancora un importante riconoscimento premia la ricerca universitaria modenese. Lo ha ricevuto la dott. ssa Raffaella Tacchi della Struttura Complessa di Farmacologia Clinica e Tossicologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, diretta dal prof. Alfio Bertolini.


A lei è andato uno dei due premi assegnati dalla Società Italiana di Farmacologia alle migliori comunicazioni scientifiche presentate nel corso del loro congresso nazionale, che quest’anno si è svolto a Cagliari.



La comunicazione dal titolo “Nanoparticelle polimeriche coniugate con un glico-eptapeptide come trasportatori di farmaci all’interno del sistema nervoso centrale”, selezionata tra oltre 800 lavori, ha riferito i risultati di una ricerca iniziata alcuni anni fa presso il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, coordinata dal prof. Flavio Forni e dalla prof.ssa Maria Angela Vandelli, alla quale hanno collaborato anche i dottori Tosi, Costantino e Ruozzi. Il lavoro scientifico condotto dai ricercatori modenesi che ha portato alla sintesi di nanoparticelle in grado di veicolare all’interno del sistema nervoso centrale farmaci che sarebbero di enorme importanza per la cura di molte gravi malattie, quali tumori, infezioni, malattie neurodegenerative, turbe psichiatriche e del comportamento, ma che non riescono a superare tale barriera. Si calcola che circa il 98% dei farmaci non sia in grado di superare la barriera emato-encefalica che ha peraltro la funzione fondamentale di mantenere il cervello in un ambiente il più possibile costante e di garantirne così il funzionamento ottimale.



Con la collaborazione di farmacologi del gruppo del prof. Alfio Bertolini (prof.ssa Vergoni e dott.ssa Tacchi) e del prof. Francesco Rivasi della Struttura di Anatomia Patologica dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, si è ora dimostrato che l’obiettivo è stato raggiunto. Infatti, nanoparticelle polimeriche, biodegradabili, non flogogene e non immunogene, coniugate con uno specifico glico-eptapeptide, si sono dimostrate in grado di trasportare all’interno del cervello farmaci che normalmente ne restano esclusi.



“Questa scoperta, – afferma il prof. Alfio Bertolini della Struttura Complessa di Farmacologia Clinica e Tossicologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena – che ha suscitato grande interesse al Congresso della Società Italiana di Farmacologia, dovrebbe migliorare grandemente la possibilità di cura di molte gravi malattie del sistema nervoso centrale, in particolare tumori e infezioni, e dovrebbe anche consentire di sfruttare gli importanti effetti, dimostrati in questi anni, di molecole a struttura peptidica. In particolare, utilizzando queste nanoparticelle trasportatrici, i nostri gruppi stanno attualmente studiando il possibile effetto dei peptidi melanocortinici in modelli animali, nel ratto e nel topo, di morbo di Alzheimer, di morbo di Parkinson, di sclerosi multipla e di depressione resistente ai trattamenti attualmente disponibili”.