Un’enorme punta di formaggio in marmo: sarà il primo monumento al Parmigiano Reggiano realizzato in provincia e sarà collocato sulla rotonda di Barco, a Bibbiano, culla del Parmigiano Reggiano e porta di ingresso della food valley reggiana. La rotonda era stata inaugurata nel novembre scorso e fa parte di una serie di infrastrutture che la Provincia ha realizzato e sta portando avanti in questi anni nella Val d’Enza. L’opera è firmata dalla scultore Michelangelo Galliani.

Il plastico relativo all’opera è stato illustrato questa mattina nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato: la presidente della Provincia Sonia Masini, lo scultore Michelangelo Galliani; il direttore Consorzio del Parmigiano Reggiano Azio Bertozzi; la responsabile della sezione reggiana del Consorzio del Parmigiano Reggiano Loretta Domenichini; il sindaco comune di Bibbiano Sandro Venturelli; il consigliere provinciale Daniele Caminati; l’assessore al Parmigiano Reggiano del Comune di Bibbiano Umberto Beltrami; i rappresentanti degli sponsor della scultura Coopbox Italia, Dixi, Microfound, Orlandini, Technoform.

Perchè il monumento. Ad una globalizzazione che si basa sulla regola di standardizzare ed omologare i prodotti da immettere sul mercato occorre contrapporre una globalizzazione che permetta ad ogni singolo territorio di entrare nel mercato con l’originalità, la tipicità, la qualità, in una parola la specificità di tutti i suoi prodotti agroalimentari, artigianali, commerciali ed industriali.
“Una sedimentazione di cultura e tradizione” così la presidente della Provincia Sonia Masini ha definito “quella che di fatto è la volontà di segnare il territorio con i suoi tratti caratteristici”. La presidente Masini ha poi sottolinato che “la costruzione di questo monumento non vuole essere solo un’operazione simbolica, ma anche economica in senso stretto. Infatti riconoscere e riappropriasi della propria cultura, per i nostri imprenditori e artigiani, significa poter contare su un valore aggiunto in grado di promuovere sia il territorio, sia le attività che vi si svolgono”.

Bibbiano, culla del Parmigiano Reggiano. Il territorio bibbianese, al centro della Val d’Enza, a sua volta cuore delle Terre Matildiche, presenta un’innegabile eccellenza sul fronte dei prodotti agroalimentari, di cui il Millenario Re dei formaggi è il simbolo, oltre che la più importante. Denominazione di origine protetta (Dop) mondiale. Questa eccellenza deve essere vista e valutata dagli imprenditori come un fattore di competitività, una staordinaria risorsa e opportunità. Il sindaco di Bibbiano Sandro Venturalli ha ribadito la “valenza simbolica dell’opera che richiama, proprio in ingresso alla food valley emiliana, il nostro prodotto principe”.

“L’auspicio che questo intervento stimoli altre iniziative analoghe” è stato espresso da Azio Bertozzi, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano.
La scultura. L’opera d’arte sarà composta da un prato verde in richiamo ai millenari prati i cui foraggi sono il principale alimento delle mucche, che producono così un latte particolare, uno degli aspetti fondamentali della Dop. Il monumento sarà una enorme punta di Parmigiano Reggiano in marmo – un peso di ben 40 tonnellate e un’altezza di 3,5 metri – con sullo sfondo una parete ottagonale, in richiamo alle strutture neogotiche dei caselli ottocenteschi, presenti prevalentemente nel reggiano, dove il formaggio veniva prodotto. Infine, un coltellino a forma di mandola, che rappresenta la capacità del Parmigiano Reggiano di deliziare il palato. La rotonda ed anche gli elementi dell’opera d’arte si estendono per un diametro di 40 metri. L’opera dovrebbe essere inaugurata nell’ottobre del 2008.
Come è nata questa scultura e il perchè degli elementi che la caratterizzano: “Ho vestito i panni dello scenografo, prima che dello scultore – ha commentato l’artista Michelangelo Galliani – cercando di incentrare il più possibile l’opera sugli elementi sostanziali, di immediata percezione, richiamando direttamente l’oggetto che si voleva rappresentare”. Punta di formaggio, casello ottocentesco alle sue spalle (i caselli sono i luoghi in cui il formaggio veniva prodotto in passato) e coltellini avranno dimensioni considerevoli: “L’imponenza nelle dimensioni trova ragione sia nelle dimesioni della stessa rotonda, sia nel fatto che in questo modo l’opera sarà in grado di mantenere nel tempo il suo forte impatto visivo, non venendo ‘inghiottita’ da altri elementi visivi parte del territorio”.