Flai Cgil Modena in merito alle dichiarazioni dell’assessore provinciale al Lavoro Gianni Cavicchioli sulle irregolarità nel settore carni e l’annuncio di una prossima campagna di contrasto.
– Le organizzazioni sindacali modenesi Flai/Cgil, Fai/Cisl, Uila/Uil da anni denunciano il fenomeno dell’utilizzo improprio delle false cooperative che
somministrano irregolarmente manodopera, attraverso manifestazioni, scioperi e oltre 40 segnalazioni all’Ispettorato del Lavoro;
– non è la prima volta che sul fenomeno degli appalti di manodopera da parte di false cooperative di facchinaggio vengono presentate
interrogazioni da parte di parlamentari e consiglieri regionali;
– da tempo anche i mezzi di comunicazione locali e nazionali (tra cui il servizio “Il Paese del maiale” trasmesso il 24 agosto 2006 su Rai Tre) si
occupano del fenomeno degli appalti di manodopera che sta pregiudicando uno dei settore strategici per la nostra economia;
– da quasi un anno si annunciano da parte delle autorità e delle istituzioni azioni di contrasto alle cooperative “spurie” senza però nessun
risultato rilievo;
– delle poche ispezioni che finora sono state fatte – fra le quale di rilievo quella alla Suincom del 18 ottobre 2006 con gran dispiegamento di
forze dell’ordine – nulla si sa sull’esito e sui verbali di contestazione fatti alle aziende.
I Sindacati di categoria modenesi continueranno la loro azione di contrasto e ad impegnarsi per trovare una soluzione contrattuale al superamento di questo fenomeno, anche se finora hanno registrato un’assoluta indifferenza
delle Associazioni datoriali.
La Flai/Cgil considera importanti le dichiarazioni dell’assessore provinciale Cavicchioli sull’avvio di una campagna di controlli contro l’illegalità nel settore carni, sperando che gli impegni già annunciati anche in passato, trovino una concreta attuazione.
Flai/Cgil considera importanti anche gli impegni previsti nel recente protocollo Governo-parti sociali del 23 luglio, e auspica una tempestiva
traduzione in norme e azioni di contrasto finalizzate a limitare l’utilizzo improprio di queste pseudo società che creano concorrenza sleale fra le
imprese e comprimono i diritti dei lavoratori, oltre a compromettere la sicurezza dei prodotti alimentari.

