“Al momento in cui si è giunti, il dibattito sul possibile referendum consultivo sulle modalità di raccolta dei rifiuti impone a tutti alcune riflessioni.
Nell’aprile del 2006, a seguito di un adeguato lavoro di progettazione, coerentemente con gli obiettivi di mandato, la Giunta decise di avviare un progetto sperimentale di raccolta spinta porta a porta dei rifiuti nella Circoscrizione VII. Dopo un anno, la Giunta e la maggioranza di Centro Sinistra ne hanno esaminato gli esiti, cogliendone gli aspetti positivi e non mancando di constatare anche talune criticità”.


“Se da un lato infatti ne emergevano come dato positivo la risposta di sostanziale adesione al progetto mostrata dalla larga maggioranza dei cittadini della VII Circoscrizione e il notevole balzo dei valori di raccolta differenziata in diversi punti del territorio circoscrizionale, dall’altro non si poteva non constatare l’eccesso di rigidità del progetto che in taluni casi, specialmente nelle zone più urbanizzate e nei grandi condomini, si erano evidenziate.
E’ nel contesto della sperimentazione, che il nascente comitato contrario ha avviato un’iniziativa di raccolta firme per indire un referendum consultivo orientato a fermare l’esperienza in atto ed a bloccare ogni altro sistema analogo.
Ed è a partire dal contesto emerso dalla sperimentazione che la Giunta ha lavorato nei mesi successivi per costruire un nuovo sistema più sostenibile ed estendibile a tutta la città.
Il progetto descritto nella delibera della Giunta si caratterizza per una serie di elementi di assoluta novità tali da configurarlo diverso dai contenuti fattivamente sperimentati alla Circoscrizione VII.
Sarà, in primo luogo, un progetto di natura pluriennale e non certo un’ordinanza sindacale. La gradualità dell’attuazione del progetto coprirà l’arco temporale dal 2008 al 2012.
Sarà, in secondo luogo, un progetto flessibile, con l’ambizione di adattarsi ai vari contesti urbanistici della Città mantenendo forme di raccolta differenziata più spinta solo nelle case sparse e nelle zone del forese ed estendendo la soluzione innovativa di un capillare sistema di isole ecologiche condominiali e di eco punti alle zone più urbanizzate della città.
Sarà un progetto che Enia attuerà e costruirà assieme ai Cittadini valutando gradualmente e caso per caso le soluzione complessivamente più sostenibili.
La stessa novità del progetto risulta riconosciuta dalla commissione di garanzia che ha anche messo in luce gli elementi di analogia, inevitabili nei sistemi di raccolta che puntano ad incrementare la quota di differenziata dei rifiuti domestici”.

“Come si pone politicamente, oggi, la richiesta di referendum di fronte a questo contesto?
Fermo restando che se da un lato è assolutamente indiscutibile, in generale, il valore e la legittimità di un percorso di partecipazione consultiva quale quello referendario dall’altro non è irrilevante chiedersi se sia giusto e legittimo chiamare la Città, spendendo non meno di 500 mila Euro, ad esprimere un parere consultivo su un progetto che non c’è più.
Alla luce dell’elemento di novità rappresentato dal nuovo progetto, la richiesta di referendum si porrebbe oggi come una risposta del tutto inadeguata alle dimensioni del problema, una risposta che se poteva avere una sua legittimità nel contesto della sperimentazione, oggi non l’ha più”.

“Le scelte contenute nel nuovo progetto rappresentano essenzialmente una scelta di civiltà con la quale contribuire in modo innovativo a condurre una comunità verso livelli di assoluta eccellenza nella gestione quotidiana dei rifiuti urbani, coerentemente con gli indirizzi dell’Unione Europea e con gli obiettivi del PPGR.
Si evitino approcci ideologici, di cui oggi un referendum è essenziale espressione, si accetti la sfida, Amministrazione, Enia, Comitati e Cittadini di avviare insieme una nuova fase che consenta in modo graduale e concertato di condurre Reggio Emilia su livelli di assoluta eccellenza anche sul tema della raccolta differenziata”.

(Luca Vecchi – Capogruppo Ulivo per il Partito Democratico)