Il primo semestre 2007, conferma per l’economia regionale che la fase di crescita prosegue. Una buona notizia, peraltro non scontata, tenuto conto che regioni similari per tipologia di struttura produttiva quali il Veneto hanno invece registrato un calo. In Emilia Romagna dunque nessun indebolimento; la prima parte dell’anno si chiude all’insegna della prosecuzione della ripresa, con nuova spinta accelerativa. La produzione è cresciuta ed anche il valore dell’export risulta in crescita in quasi tutti settori e mercati di riferimento. Gli investimenti riprendono a salire.

Questo il quadro che emerge dalla rilevazione della congiuntura nel primo semestre 2007 operata da Trender, l’Osservatorio congiunturale sulla micro e piccola impresa dell’Emilia Romagna, realizzato da CNA e Federazione delle Banche di Credito Cooperativo, con la collaborazione tecnico scientifica di Istat, che ha elaborato i dati amministrativi di un campione di 5.040 imprese rappresentativo dell’universo di aziende di sotto dei 20 addetti operanti negli 8 settori indagati: (alimentari e bevande, costruzioni e impiantistica, legno e prodotti in legno, metalmeccanico, riparazioni veicoli, sistema moda, trasporti, magazzinaggio e comunicazioni. I risultati sono stati presentati nel corso di un incontro con la stampa e rappresentanti del mondo economico ed istituzionale svoltosi questa mattina al Grand Hotel Baglioni di Bologna; analizzati e commentati dagli economisti Ilario Favaretto, Fiorella Kostoris, Francesco Daveri, Guido Caselli direttore area studio di Unioncamere Emilia Romagna, Silvano Bertini responsabile servizio di sviluppo economico della Regione Emilia-Romagna, il segretario regionale Cva Gabriele Morelli e il direttore generale della Federazione Banche di Credito Cooperativo, Daniele Quadrelli.

Trender ha osservato le dinamiche complessive del primo semestre 2007, utilizzando tre tipi di indicatori: domanda, investimenti, costi.
Nella prima parte dell’anno, gli indicatori di domanda mostrano una dinamica decisamente positiva: accelera la crescita del Fatturato totale (+ 5,4% rispetto allo stesso semestre del 2006), il cui positivo andamento risulta sia a livello settoriale che territoriale. Segna una positiva inversione di tendenza la componente estera (+14,7%) toccando il livello più elevato dalla fine del 2005 e cresce, in maniera ancor più marcata del fatturato complessivo, il fatturato per conto terzi: +9,4%.
Relativamente alle dinamiche dei singoli settori, la performance più brillante è quella del Legno (+9,80%), seguito dalla Meccanica (+9,00%), dai Servizi alla persona (+6,17%), dalle Costruzioni (+4,75%9 e dall’Alimentazione (+3,31%). I Trasporti segnano un +2,68%, risultato migliore di quello raggiunto nel secondo semestre 2006, ma al di sotto dei livelli toccati nel corrispondente periodo dello scorso anno. Anche nelle Riparazioni, la crescita tendenziale del fatturato sta sotto al 3%, ma in questo settore si tratta di un risultato molto soddisfacente perché rappresenta un’inversione di tendenza, da negativa a positiva. L’unico dato di fatturato in calo è quello del Sistema Moda (-3,28%), settore che evidentemente fatica a mantenere le posizioni acquisite soprattutto sul mercato estero.

La dinamica degli Investimenti è coerente con quella di ripresa della domanda: riprendono a crescere decisamente gli investimenti complessivi (+9,7% rispetto allo stesso periodo 2006) ed il loro ammontare si riporta assai vicino al livello medio del 2005, configurando così il brusco calo registrato nei due semestri del 2006, come un’anomalia in fase di superamento. Ancora più decisa la crescita tendenziale (+27.7%) registrata della componente “macchinari” (pari in media al 18% del totale investimenti).

La dinamica dei Costi vede una diminuzione delle spese per retribuzioni; in calo anche le spese per consumi e per assicurazioni, mentre quelle per la formazione riprendono a crescere. Il contestuale decrescere delle spese per retribuzioni e per consumi richiama, tra le varie possibili cause, quella del crescente ricorso anche da parte delle micro e piccole all’outsourcing, sia per la manodopera (tramite il lavoro interinale e il ricorso a contratti a progetto con professionisti) che per i processi produttivi (tramite il ricorso ad altre imprese terziste). Un altro motivo potrebbe essere ricondotto all’adozione di tecnologie che consentono di risparmiare energia e lavoro.
Le dinamiche territoriali.
La congiuntura della prima metà dell’anno in corso, concentrando l’attenzione su fatturato complessivo, fatturato estero e investimenti totali, è andata sicuramente bene per Piacenza e Ravenna. A Piacenza, il fatturato complessivo ha continuato a crescere (+4,07%) anche se denuncia un trend di rallentamento rispetto alla corrispondente variazione 2006 (+4,71%).
Riprendono a crescere gli investimenti il cui ammontare raggiunge un picco sensibilmente più elevato dei valori toccati in precedenza (+33,41%). Stessa direzione, pur con dati più moderati ma non per questo meno confortanti per Ravenna che registra una crescita del fatturato totale del +3,99%, con particolare riguardo per quello estero, che si dimostra in espansione (+3,92%). Bene anche gli investimenti, il cui livello risulta in aumento sia rispetto al semestre precedente, sia rispetto allo stesso semestre 2006. In deciso aumento il fatturato anche per la provincia di Ferrara (+8,52%) con un’inversione di tendenza rispetto allo stesso periodo 2006, quando aveva registrato un calo (-2,72%) Riprende a crescere anche la componente estera del fatturato; stabili gli investimenti. A Forlì – Cesena riprende forza il ritmo di crescita del fatturato totale (+9,26%) con un notevole incremento del fatturato per conto terzi (+7,92%). In forte espansione anche il trend degli investimenti complessivi, il cui ammontare raggiunge un livello superiore a quello dello stesso semestre 2006. Subiscono invece un forte ridimensionamento gli investimenti in macchinari.

La congiuntura per la provincia di Bologna è caratterizzata da una forte crescita del fatturato (+8,53%) che insieme alla fortissima ripresa degli investimenti complessivi, segnala un notevole miglioramento in termini tendenziali rispetto all’andamento negativo del primo semestre 2006 e una accentuazione della ripresa avviata nel secondo semestre 2006. Decisa velocità di espansione del fatturato totale anche per Modena (+5,15%) con un ruolo trainante della componente per conto terzi (5,34%). Dopo un periodo di sostanziale stabilità, calano invece gli investimenti complessivi, mentre si conferma una moderata tendenza alla crescita per la componente macchinari. A Parma riprendere a crescere in termini tendenziali il fatturato complessivo (+6,53%) trainato dalla componente per conto terzi (+8,26%), mentre gli investimenti complessivi registrano il livello più basso registrato negli ultimi due anni. A Rimini si fa ancora più decisa la tendenza alla crescita del fatturato (+8,71%), rispetto allo stesso semestre 2006 trainata soprattutto dalla componente per conto terzi (che cresce del +15,87%). Riprendono invece a calare gli investimenti complessivi. Più contraddittorio l’andamento congiunturale di Reggio Emilia, dove le dinamiche di alcune componenti della domanda sono tra loro apparentemente contrastanti. Ai cedimenti sul versante del fatturato sia totale (-3%) che estero (-14,04%), si affianca infatti una crescita importante del fatturato per conto terzi (+10,79%) e soprattutto degli investimenti complessivi (+15,11%) che sembra indicare una evoluzione positiva in atto.

I risultati della rilevazione di Trender dicono, quindi, che la micro e piccola impresa in Emilia Romagna, gode di buona salute. Si tratta delle imprese che costituiscono il 97,80% di tutte le aziende della regione, che assorbono il 56,91% della forza lavoro complessivamente occupata ed il 35,17% della manodopera dipendente (a livello nazionale in questa fascia d’imprese si concentra il 98,12% di tutte le aziende censite che danno lavoro al 57,35% di tutti gli addetti delle imprese e al 35,74% della manodopera dipendente e che sul piano economico rappresenta il 40,63% del fatturato lordo, il 44,43% del valore aggiunto, il 38,57% degli investimenti fissi).
Numeri e andamento congiunturale che dimostrano – hanno commentato Gabriele Morelli e Daniele Quadrelli – come per questa tipologia di imprese, il credito, accanto a fisco e burocrazia, costituisca una priorità. Imprese che lavorano sul breve periodo e non su programmi di investimento a lungo termine, devono poter disporre, in modo costante, di un credito accessibile e poco costoso, potendo contare in tal senso, sia su una disponibilità di denaro da parte delle banche, sia sugli incentivi pubblici.” Questa esigenza si sposa con una precisa richiesta di Cna alla Regione: avere una normativa regionale che garantisca un’adeguata e costante quantità di risorse destinate al sostegno della propensione agli investimenti da parte delle piccolissime imprese e dall’artigianato; propensione che come dimostra anche il volume degli investimenti complessivi effettuati nel corso dei primi sei mesi dell’anno, è estremamente alta.