Il 3 ottobre i Comuni d’Italia hanno espresso le loro determinazioni in merito alla riforma del sistema del Catasto. Sul territorio nazionale la scelta di gestione diretta delle funzioni catastali da parte dei Comuni non ha avuto un riscontro positivo, al punto che solo un terzo dei Comuni ha dato seguito alla norma legislativa che
prevede l’opportunità del trasferimento delle funzioni catastali ai comuni.


Di questi, inoltre, un numero considerevole ha optato – a nostro avviso per assicurare un servizio soddisfacente all’utenza – per l’avvio di un rapporto di collaborazione con gli uffici dell’Agenzia del Territorio presenti nelle città attraverso la stipula di convenzioni.
L’opportunità della convenzione consente di garantire gli standard di efficienza fino ad oggi esistenti senza alcun costo per i Comuni, o le Unioni dei Comuni o le Comunità Montane ed i cui bilanci, come è noto, impongono molta attenzione nella scelta della spesa sia per il personale che per l’attività.

Nonostante il Sindacato, e in particolare la Fp/Cgil, abbia rivolto l’invito pubblico ai Comuni del Modenese per avviare un confronto per verificare l’opportunità o meno di evitare un aggravio di ulteriori oneri gli enti stessi, il silenzio assordante dei Comuni ha confermato la totale volontà da parte di questi di procedere con l’intera gestione diretta delle funzioni catastali, senza considerare in nessun modo il parere degli addetti ai lavori.
Diversamente è avvenuto ad esempio a Ferrara dove, a seguito di un approfondito confronto con il sindacato e pur avendo optato per la scelta della gestione decentrata del catasto, non vi sarà alcun riflesso economico
per l’amministrazione locale in virtù della stipula della convenzione con l’Agenzia del Territorio.

L’adozione di questa metodologia – che è prevista proprio dalle norme sul decentramento catastale – anche per i comuni della provincia di Modena determinerebbe le condizioni per scongiurare in futuro inevitabili oneri a
carico dei cittadini.
Tali oneri poi potrebbero essere ancor più gravosi qualora i comuni facessero ricorso ad operatori privati esterni (associazioni professionali o quant’altro) nella malaugurata ipotesi dell’impossibilità di gestire totalmente il servizio.

Una ipotesi alla quale la Funzione Pubblica/Cgil nazionale ha già espresso la propria contrarietà nell’interesse del cittadino e dei lavoratori
dell’Agenzia del Territorio che, oggi come in futuro, sono in grado di assicurare un servizio qualitativamente elevato visto che dalla sua nascita lo standard di qualità è andato costantemente in aumento.
Per questo diventa molto complicato capire sulla base di quale motivazione i Comuni modenesi sono stati indotti a farsi carico di particolari
competenze senza avere le risorse sia umane che strumentali adeguate al servizio.
Non sarà forse perchè in tal senso vi è una spinta particolarmente intensa dell’A.N.C.I a prescindere dall’interesse della collettività e dei
cittadini?
Una situazione che certamente non aiuta a ridurre i costi della gestione della pubblica amministrazione per i quali il sindacato ha sempre manifestato con chiarezza la propria posizione.