Si terrà Domani a Reggio Emilia il Convegno Nazionale degli specialisti dello Screening del cancro Colon Retto organizzato a cura del Gruppo Italiano Screening Colon Retto (G.I.S.Co.R.) la società scientifica multiprofessionale di rilevanza nazionale che si occupa della promozione delle indagini diagnostiche precoci del cancro colorettale e che vede la partecipazione dei maggiori specialisti italiani del settore.

Questo tipo di tumore costituisce oggi, in Italia e in Emilia Romagna, la seconda causa di morte per patologie neoplastiche sia negli uomini (dopo il tumore al polmone) che nelle donne (dopo il tumore della mammella). Il suo sviluppo è quasi sempre preceduto dalla comparsa di lesioni benigne dell’intestino (polipi o adenomi); uno dei segni precoci della presenza di un polipo o di un tumore del colon retto, anche nelle sue iniziali fasi di sviluppo, è il sanguinamento non visibile ad occhio nudo. Da qui l’importanza di una diagnosi precoce.
Il programma regionale di prevenzione e diagnosi precoce è attivo dalla primavera del 2005 e si rivolge a soggetti di entrambi i sessi appartenenti alla fascia di età compresa tra i 50 ed i 69 anni che, nella nostra provincia, rappresentano oltre un quinto della popolazione (c.a. 112.000 residenti).
I soggetti destinatari dello screening vengono invitati ad aderire tramite lettera inviata a domicilio dalla Ausl di Reggio Emilia. Esso consiste innanzitutto nella esecuzione di un test semplice, finalizzato alla ricerca di minime tracce di sangue nelle feci. Tale esame aiuta ad identificare i casi di malattia nella fase asintomatica e tutte le alterazioni che predispongono alla malattia (es: polipi benigni) nelle loro prime fasi di sviluppo dando così la possibilità di un tempestivo intervento terapeutico.
Positivi i bilanci a distanza di oltre due anni dall’attivazione del programma: un numero elevato di lesioni tumorali benigne (gli adenomi ad alto rischio) che possedevano elevata possibilità di evolvere in tumore sono state identificate e rimosse endoscopicamente
mentre centinaia di casi di tumori maligni sono stati diagnosticati in uno stato precoce di avanzamento della patologia con conseguente miglior approccio chirurgico.
Il programma, al suo secondo round, ha ottenuto a Reggio Emilia un’adesione del 65%, fra le più elevate a livello nazionale.
La responsabilità del programma screening per l’Arcispedale Santa Maria Nuova è del dott. Romano Sassatelli della Struttura di Endoscopia. Il professionista svolge, inoltre, l’incarico di coordinamento del gruppo multidisciplinare medico-infermieristico che studia il miglioramento del percorso diagnostico-operatibvo del tumore del grosso intestino. A due importanti fasi del percorso è dedicato il convegno in programma domani: il trattamento del polipo cancerizzato ed il follow-up.
Come spiega Romano Sassatelli, organizzatore del Convegno: “L’evento, oltre che sede di approfondimento e confronto su due temi importanti, costituisce una occasione per la presentazione di una proposta di studio multicentrico nazionale sul trattamento del Cancro del Retto che vedrà coinvolti, oltre al Santa Maria Nuova, altri IRCCS ed Ospedali nazionali”.

Il polipo cancerizzato: è una c.d. lesione di confine. Si tratta di una neoplasia maligna così precoce che spesso è sufficiente il solo trattamento endoscopico.

L’intervento chirurgico è necessario quando si ravvisino dei criteri di rischio, recentemente definiti ma tuttora oggetto di studio. In questo settore vi sono state importanti innovazioni. Sul versante endoscopico sono state introdotte metodiche avanzate quali la ESD (dissezione mucosa endoscopica), un vero e proprio intervento di chirurgia endoscopica che consente la rimozione “in blocco” di lesioni anche di notevoli dimensioni con adeguata radicalità. Inoltre, la ecoendoscopia e la cromoendoscopia con magnificazione possono consentire un’adeguata caratterizzazione preoperatoria di queste lesioni. Tutte queste tecnologie sono disponibili ed effettuate presso l’endoscopia digestiva del nostro Ospedale.
Gli esami di follow-up sono le colonscopie che vengono programmate, nel tempo, a seguito del riscontro di polipi. Esse rappresentano un carico diagnostico rilevante, nell’ordine un terzo della attività complessiva del reparto. L’istituzione di ogni programma di screening dovrebbe essere accompagnato da un adeguato sistema di programmazione del follow-up in sintonia da un lato con quello che è doveroso erogare ai pazienti, dall’altro con l’adeguato utilizzo delle risorse a disposizione.