La Cgil di Modena rivolge un forte invito a tutti i propri iscritti, a lavoratori, pensionati, giovani, donne e cittadini immigrati, a recarsi votare alle elezioni politiche il 13-14 aprile 2008. Per la sua storia di lotte e per le battaglie a difesa della democrazia, la Cgil ritiene che l’esercizio di voto sia un diritto-dovere fondamentale e irrinunciabile di ogni cittadino/a.


La delusione e la critica di molti lavoratori e pensionati verso la fine del Governo Prodi che ha interrotto la possibilità di affrontare e dare
soluzione alle reali difficoltà di molte famiglie ad arrivare alla quarta settimana del mese e i limiti che hanno caratterizzato parte dell’azione di
governo e della sua maggioranza, non devono trasformarsi in disillusione e disaffezione verso la politica.
La Cgil di Modena ritiene che, in una fase delicata come questa, l’astensione non farebbe che favorire la vittoria del centrodestra.

La politica del centrodestra, così come è avvenuto in passato e confermato nel suo programma elettorale, mette infatti in discussione molte delle
misure di welfare già definite tra il Governo Prodi e le Organizzazioni Sindacali, punta ad una riduzione ingiusta e sbagliata delle tasse e non dà
invece la necessaria priorità alla crescita dei salari e delle pensioni, alla lotta alla precarietà e alla qualificazione dello sviluppo.
La Cgil di Modena fa una scelta di campo senza rinunciare alla propria autonomia e indica la propria preferenza per i partiti o le aggregazioni
che componevano la coalizione del Governo uscente, che presentano programmi economici, sociali e civili alternativi a quelli dello schieramento di centrodestra.

Per questo invita tutti i cittadini e le cittadine a votare le forze politiche i cui programmi siano coerenti con i bisogni e gli obiettivi indicati dal movimento sindacale.

Al futuro Governo, qualunque esso sarà, la Cgil, insieme a Cisl e Uil, continuerà a rivolgere le richieste già avanzate al Governo Prodi e
contenute nella piattaforma unitaria “Per valorizzare il lavoro e far crescere il paese”, a sostegno della quale è in corso una petizione
popolare e solo nella nostra provincia sono già state raccolte molte migliaia di firme.
Fra le principali richieste sindacali, ricordiamo il rilancio della ricerca e della qualità dello sviluppo, la lotta alla precarietà, la valorizzazione del lavoro, la difesa della legalità, il miglioramento del potere d’acquisto di salari e pensioni con il contestuale rilancio dei consumi interni, la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente e sulle pensioni con l’aumento a partire già dal 2008 delle detrazioni
fiscali, la rivalutazione delle pensioni a cominciare da quelle sino a 1.300 euro, il controllo e l’abbassamento di prezzi, tariffe, la lotta all’evasione fiscale, la tassazione sulle rendite finanziarie, l’approvazione della legge delega sulla non autosufficienza, l’avvio di un
piano di edilizia pubblica capace di rispondere ai bisogni sociali, combattere la rendita immobiliare e ridurre il costo degli affitti.