Nessuna cantina cooperativa risulta coinvolta nell’inchiesta sul vino adulterato.
Lo conferma Confcooperative Modena, l’associazione che rappresenta le sei Cantine sociali modenesi (S. Croce e Sociale di Carpi, Masone-Campogalliano, Sorbara, Settecani di Castelvetro e Formigine-Pedemontana) che trasformano oltre il 60 per cento dell’uva complessivamente prodotta nella nostra provincia.


«Le nostre cooperative sono del tutto estranee a pratiche di questo tipo – assicura Cesare Tardini, presidente del settore vitivinicolo di Confcooperative Modena e della Cantina Formigine-Pedemontana – Anzi, noi siamo le prime vittime di questo sistema parallelo che immette sul mercato vini a prezzi bassissimi che fanno concorrenza sleale al nostro Lambrusco. Ci auguriamo che l’inchiesta faccia rapidamente il suo corso e smascheri definitivamente quei pochi operatori che – conclude Tardini – rischiano di inquinare il lavoro di chi produce vino ricercando sempre la massima qualità».

«Confcooperative avvierà le procedure per costituirsi parte civile nel percorso giudiziario che si avvierà dopo lo scandalo che in questi giorni ha riguardato il vino, con grave pregiudizio per gli interessi di tutti i produttori onesti». Lo ha annunciato, concludendo i lavori assembleari, Maurizio Gardini, confermato oggi alla presidenza di Confcooperative Emilia-Romagna per il prossimo quadriennio.