“Dopo una botta nessuno è mai stato bene subito. Io però vedo le enormi potenzialità del nuovo partito, nonostante la sconfitta elettorale”. Lo ha
detto Pier Luigi Bersani, ministro ombra del Pd all’economia, rispondendo alle domande di Enrico Pagliarini, giornalista di Radio 24, alla Festa del
Pd di Modena.


“Di cose, in questi mesi ne abbiamo fatte parecchie – ha aggiunto Bersani – ora si tratta di lasciarsi alle spalle la fase costituente e passare a
quella organizzativa. Dobbiamo strutturare il nuovo partito, radicarlo nel territorio, abbiamo bisogno della testa e delle gambe della gente, noi non siamo come Forza Italia dove c’è uno che decide tutto. E allora avanti con la campagna di tesseramento e la conferenza di organizzazione per formulare le nostre proposte in vista delle amministrative del prossimo anno. Diamoci il passo giusto per portare a termine il cammino e
soprattutto decidiamo che partito vogliamo. Personalmente – ha tenuto a precisare Bersani – vorrei un partito con un forte profilo popolare che
non dimentica le parole antiche e però ci mette dentro delle cose nuove. Un partito da combattimento che si muove spiegando le sue idee e lavorando in mezzo alla gente”.

Il ministro ombra dell’economia ha naturalmente commentato la notizia del giorno: il ritiro della cordata di imprenditori dal piano di salvataggio
dell’Alitalia. “Sono preoccupato ma non stupito – ha detto – perché quando parti con il piede sbagliato è difficile andar lontano. Con il governo
Prodi eravamo a un millimetro dalla soluzione e anche i sindacati avevano capito, a un certo punto, che la soluzione Air France era quella buona. Il piano industriale era migliore rispetto a quello attuale, c’erano meno esuberi e nessun onere per i contribuenti. In ogni caso noi stiamo
lavorando per un accomodamento. Tornare del tutto indietro è difficile – ha ammesso Bersani – ma è arrivato il momento di fare un’offerta pubblica na soggetti nazionali e internazionali che siano seriamente interessati a salvare la compagnia”.