“I progetti nascono dalle idee e fanno intensamente desiderare città migliori e più belle. Allora non resta che farsi operai e mettersi al lavoro nel cantiere urbanistico, cercando e ricercando quello che serve alla città promessa”. E’ il motto del Laboratorio della Città del Comune di Modena, centro di osservazione che dal 2005 lavora su progetti di ricerca sul futuro urbanistico della città insieme a 7 Università italiane (i progetti saranno esposti al Foro Boario nella mostra “Paesaggi di urbanità. Verso il progetto urbano per Modena”, nell’ambito del Festival dell’Architettura, fino al 2 novembre).


Il Laboratorio ha trovato sede fissa in un’area della Palazzina Pucci, ex Mercato Bestiame, in via Canaletto, 98. Primo appuntamento la presentazione del sondaggio realizzato tra i modenesi “La città degli abitanti” sulla qualità urbanistica, seguita da una tavola rotonda sul tema condotta da Giandomenico Amendola, sociologo ed esperto di città, che avrà luogo stasera alle 17. “La Palazzina Pucci sarà la sede del laboratorio, luogo emblematico, perché collocato, oltre che in un edificio prestigioso, nel luogo che rappresenta il recupero e la rinascita della città del Nord” afferma Daniele Sitta, assessore alla Programmazione e Gestione del territorio. “A partire dall’iniziativa di stasera, una sera alla settimana sarà dedicata alla presentazione dei progetti dell’Università e al proseguimento del lavoro di elaborazione con l’obiettivo di produrre progetti condivisi che siano la base della costruzione del nuovo piano strutturale della città”.
Al Laboratorio della Città si potranno incontrare Pubblica amministrazione, mondo accademico e cittadinanza in tutte le sue forme, che si potranno confrontare pubblicamente sui temi del ridisegnare la città, pratica che potrebbe disgelare e risolvere molti problemi prima che questi insorgano prepotentemente.
“Fornire alla città una bozza leggibile del piano strutturale che la riguarda – afferma Giovanni Villanti, dirigente settore Trasformazione urbana e Qualità edilizia – permette di raccogliere le aspettative dei cittadini, che con i loro input e le loro idee possono arricchire i progetti e fornire spunti per realizzare, nella prossima legislatura, il piano vero e proprio”. Secondo Villanti “se è vero che nell’Università c’è la ricerca e negli enti locali c’è il fare, questi due mondi si possono sposare senza vincoli e condizionamenti, e l’unione di vari marchi culturali può proporre prodotti diversi”.