Ascom Bologna ritiene che alla luce dell’attuale congiuntura economica, particolarmente negativa, diventi inevitabile rivalutare l’impostazione degli studi di settore così come erano stati definiti nel 2006.

I parametri stabiliti allora non sono sicuramente più attuali alla luce di questa crisi finanziaria ed economica, che fino a qualche mese fa nessuno di noi poteva immaginare di tale intensità.
Siamo di fronte a cali di consumo generalizzati di circa il 2%, con punte che rasentano anche il 5%, in alcuni settori, che si differenziano da territorio a territorio.
Sono tutte variabili che devono essere tenute in debita considerazione, quando si compie un’analisi sulla redditività delle aziende per l’anno in corso, ma soprattutto per il 2009, viste le pessimistiche prospettive confermate anche dall’ultima previsione, che parla di crescita del PIL quasi prossima allo 0 a livello europeo.
Diventa, dunque, inevitabile, almeno attualizzare i parametri degli studi di settore, rimettendone in discussione i valori di congruità, in relazione ai settori di appartenenza, alle caratteristiche del territorio sui cui è locata l’attività.
Il tener conto di questa difficoltà non è solo una valutazione di opportunità politica, ma è soprattutto un atto di rispettoso buon senso verso gli imprenditori.
È pertanto auspicabile che l’Agenzia delle Entrate ufficializzi la non valenza probatoria degli attuali studi di settore ai fini dell’accertamento, dandone, pertanto, almeno temporaneamente, una mera funzione statistica.

Valentino di Pisa
vice Presidente Ascom Bologna e
Presidente della Consulta per il Commercio