“Il grave episodio riportato dalla stampa di questi giorni racconta di una violenza che, purtroppo, noi sappiamo essere un fenomeno molto più diffuso di quanto si pensi. Un’indagine Istat presentata nel 2007 stimava in più di 6 milioni le donne italiane tra i 16 e i 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita. Ciò che aggiunge gravità a gravità è che quasi il 70% delle violenze avviene in famiglia. Ancora: più di un terzo delle donne non parla con nessuno delle violenze di cui è vittima e il 93% non denuncia la violenza subita dal partner”.


“Una violenza che il più delle volte si consuma nel silenzio e dal silenzio continua ad essere avvolta.
Nemmeno il nostro territorio fa eccezione e il grave episodio della donna incinta picchiata dal marito lo dimostra: un episodio nel quale la vittima principale è la donna ma che vede nei figli, che sembra abbiano assistito alla violenza, delle vittime che subiscono una violenza altrettanto grave”.

“Il problema c’è, coinvolge donne a bambini del nostro territorio e quindi ferisce l’intera comunità, ed è la comunità stessa, attraverso le istituzioni, i servizi sociali e sanitari, le forze dell’ordine, che deve e si sta facendo carico di prevenire e contrastare questi episodi. Il centro di ascolto per le donne in difficoltà, lo sportello informa donna aperto presso l’Urp il tavolo provinciale, coordinato dalla Prefettura, per il contrasto della violenza sulle donne, i corsi di formazione congiunta tra operatori sociali e rappresentanti delle Forze dell’ordine proprio su questi temi: questi sono strumenti già attivi che devono diventare sempre più efficaci nel tempo. Attraverso queste iniziative abbiamo dato vita ad un tavolo distrettuale di contrasto alla violenza il cui obiettivo è anche quello di produrre un protocollo operativo che coinvolge tutti i soggetti del territorio per prevenire e contrastare la violenza ed accogliere e sostenere le donne che l’hanno subita.

Ma la violenza sulle donne e sui bambini è purtroppo, non possiamo negarlo, sintomo di un malessere e di una ferita più profonda della nostra società: gli episodi, riportati dalla stampa nazionale, di episodi di violenza di gruppo che vedono coinvolti minorenni, ne sono una conferma”.

“È più che mai importante educare alla non violenza, al rispetto dell’altro e del più debole, partendo dalle scuole, formando gli operatori; è necessario promuovere delle campagne di sensibilizzazione per fare uscire dal silenzio le donne; è necessario potere intervenire tempestivamente nelle situazioni a rischio; è necessario capire che cosa c’è all’origine dei comportamenti violenti degli uomini, spesso – come dimostrato da diverse ricerche – a loro volta vittime di violenza durante la loro infanzia, e agire non solo sul piano sociale, ma anche su quello culturale, per contribuire alla crescita della consapevolezza individuale e collettiva indispensabile a rendere efficace gli strumenti di prevenzione e contrasto”.


Il Vicesindaco, Susanna Bonettini