“L’Emilia-Romagna ha bisogno di una maggiore qualità del paesaggio. È uno degli obiettivi del Piano territoriale che stiamo costruendo, e sarà, soprattutto, filo conduttore dell’aggiornamento del piano paesaggistico che partirà nei prossimi mesi”. Lo ha sottolineato Luigi Gilli, assessore alla programmazione e sviluppo territoriale della Regione Emilia-Romagna, intervenendo al convegno “I nuovi Piani paesaggistici regionali: innovazioni e convergenze” che si è tenuto a Reggio Calabria.


I lavori hanno affrontato le problematiche connesse al corretto uso del territorio mettendo a confronto le Regioni italiane (Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Toscana, Abruzzo, Umbria, Puglia e Calabria) impegnate nella redazione degli strumenti per di governo e la tutela del paesaggio e il ministero per i Beni e le attività culturali.

L’attuale quadro della pianificazione urbanistica e del governo del territorio “non appare oggi, stretto come è nei confini amministrativi, adeguato – ha sottolineato Luigi Gilli – per rispondere in modo efficace sia alle nuove sfide di competizione territoriale sia alle nuove emergenze sociali ed ambientali. Solo una maggiore valorizzazione della qualità dei nostri territori potrà incrementare l’attrattività, la competitività e lo sviluppo economico ma anche innalzare il livello di qualità della vita delle popolazioni e favorire concretamente una maggiore coesione sociale”.

L’iniziativa sui temi paesaggistici ha consentito anche il confronto istituzionale tra diverse Regioni che porterà alla definizione di indirizzi operativi comuni di pianificazione per attuare correttamente i principi della Convenzione europea del paesaggio e della Parte III del Codice dei beni culturali.

“La Regione Emilia Romagna – ha concluso Gilli – sta costruendo una visione strategica che dovrà caratterizzare lo sviluppo futuro del territorio fornendo gli strumenti, anche normativi, per perseguire una azione di governo concertata, condivisa e partecipata. Infatti per attuare una effettiva tutela del paesaggio bisogna concertare collaborazioni, risorse, interventi favorendo la partecipazione effettiva della società civile che è il fruitore primo del territorio così come indicato dalla Commissione europea nel Libro verde del 2008”.