Il Centro Interdisciplinare di Scienze e Tecnologie per la Qualità e la Sicurezza degli Alimenti del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “Giuseppe Caporale” hanno messo a punto nuovi modelli tossicologici in vitro alternativi all’uso di animali e suscettibili d’impiego in studi di tossicità di svariate sostanze bioattive.

In questa ottica presso la Sala Polifunzionale della Provincia di Teramo (via Comi, 11) per iniziativa dei ricercatori modenesi e dei colleghi abruzzesi il prossimo martedì 10 marzo 2009 verrà organizzata una giornata di studio sulle “Alternative alla sperimentazione animale nello studio e rilevazione delle biotossine marine”, che darà modo ai diversi gruppi di ricercatori attivi nel settore dei modelli sperimentali alternativi all’impiego di animali in studi di tossicità di confrontarsi anche sul biomonitoraggio di contaminanti marini.

La contaminazione di molluschi bivalvi da parte di biotossine algali si manifesta con preoccupante regolarità nelle acque costiere del Mare Adriatico Settentrionale e le sostanze tossiche responsabili di tali contaminazioni in questi ultimi dieci anni sono state primariamente le yessotossine (YTX). La modalità di misurazione delle yessotossine si basa sul cosiddetto “test biologico sul topo”, che è un prova di tossicità in vivo. L’approvazione della Direttiva 86/609/EEC, che regolamenta l’uso di animali in attività sperimentali, ha avuto riflessi anche sulle procedure di misura delle biotossine algali in alimenti contaminati, in quanto il saggio sul topo si fonda sull’uso di un gran numero di animali, cui viene di fatto causata una significativa sofferenza. “Questa procedura – commenta il prof. Gian Paolo Rossini dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – ha severi limiti metodologici che minano la significatività dei risultati”.

“Sulla base di questi fatti – continua Rossini – la consultazione di esperti ad hoc sulle tossine e i molluschi bivalvi ha raccomandato la sostituzione del metodo biologico sul topo e la messa a punto di metodi di dosaggio quantitativi delle biotossine, dando un ruolo significativo a quelli funzionali basati sull’impiego di colture cellulari”.