Allarme nel settore alberghiero anche della provincia bolognese: a lanciarlo sono i presidenti della circoscrizione Ascom di Molinella, Alfonso Maini e di Anzola del’Emilia, Adriana Wu assieme ad altri colleghi dell’hotellerie bolognese.

La crisi economica – rilevano- ha investito gli alberghi della provincia di Bologna e l’onda, conseguentemente, non ha risparmiato il turismo bolognese.
L’offerta ricettiva stava già soffrendo a causa di una forte dilatazione del numero degli alberghi, per cui la crisi ha potenziato gli effetti negativi, con una forte ricaduta sulle aziende alberghiere ad incominciare da quelle della provincia.
La vocazione turistica di tutta l’area bolognese si basa, essenzialmente, sulla componente business, dove gli eventi fieristici e le aziende ne costituiscono l’ossatura; ma purtroppo, il turismo congressuale, negli ultimi anni, è andato esaurendosi, mentre quello leasure è assente.

Occorre sottolineare come, al tempo, in un’epoca in cui l’economia era forte, nessuno ha mai pensato di preparare il territorio ad un turismo alternativo, anzi si è incentivato l’insediamento di nuove strutture, con nuove aperture. Ancora oggi, in una situazione di forte declino della domanda, leggiamo sulla stampa l’annuncio, l’orgoglio dell’amministrazione comunale di Bologna, per l’insediamento di nuove strutture ricettive in aree libere al centro della città. E’ necessario, quindi, far comprendere agli amministratori della città che se un albergo non raggiunge il tasso percentuale del 50% di occupazione, i costi sono superiori ai ricavi.
Noi auspichiamo vivamente – concludono i Presidenti Maini e Wu- che le Amministrazioni Provinciali e Comunali prendano consapevolezza della situazione del turismo e assumano la responsabilità di salvaguardare un equilibrio di economia territoriale, già ad alto rischio, i cui effetti potrebbero diventare dirompenti sul piano sociale e di sicurezza del sistema.