festival_filosofiaSe è vero che “Un uomo solo è sempre in cattiva compagnia” (Paul Valéry), sabato 19 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo la solitudine è bandita fino al cuore della notte. La giornata di sabato comincia con le lezioni magistrali affidate a grandi nomi del pensiero contemporaneo: Marc Augè, Fernando Savater, Richard Sennett, Adriano Fabris, Carlo Galli, Roberto Esposito, Enzo Bianchi. Si prosegue fino all’alba con il Tiratardi, la non-stop notturna del festivalfilosofia. Sono in programma appuntamenti con artisti importanti come Ascanio Celestini, Alessandro Bergonzoni e Moni Ovadia. E per ricordarci che non esistono solo le comunità dei vivi Carpi dedica al tema dei “morti viventi” l’intera programmazione del “Tiratardi”.

Programma filosofico

Sabato mattina sono previste sei lezioni magistrali: Fernando Savater affronta il tema della libertà come diritto fondamentale (Modena, Chiesa di San Carlo, 10.00); Richard Sennett, uno dei maggiori sociologi del nostro tempo, parla del laboratorio artigiano, spazio di una comunità di lavoro inconcepibile senza una regola di cooperazione (Modena, Piazza Grande, 11.30). Le comunità si riconoscono (e si dividono) anche sulla base di discorsi, ideologie e ideali: così l’Europa è sostanzialmente “civitas”, ossia cultura di città che coniuga universalismo e differenza, come argomenta il filosofo politico Giacomo Marramao (Carpi, Piazzale Re Astolfo, 10.00); le comunità occupano spazio e costruiscono luoghi, materiali e istituzionali, stabilendo un dentro e un fuori che non sono solo concreti, ma anche simbolici, come la frontiera, tema di Marc Augé, fra i più accreditati antropologi contemporanei e membro del Comitato scientifico del Consorzio (Carpi, Piazza Garibaldi, 11.30). Vi sono pulsioni di aggressività e rivalità che possono arrivare a impedire la vita in comune e a relegare l’altro al di fuori della storia, nella chiusura ermetica della “razza” come mostra, da prospettive diverse, il sociologo Maurice Olender, storico dei saperi religiosi (Sassuolo, Palazzo Ducale, 10.00). All’esperienza di estraniazione dalla libertà è dedicata la lezione di uno dei principali protagonisti della filosofia contemporanea, Remo Bodei, supervisore scientifico del festival fin dalla prima edizione e ora membro del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia, che traccia l’esperienza dell’esilio e la difficoltà di elaborare il trauma del distacco dalla propria comunità (Sassuolo, Piazza Garibaldi, 11.30).

Il programma filosofico della giornata di sabato prosegue nel pomeriggio con il filosofo Maurizio Ferraris che parla della connettività e della costruzione di comunità non più fondate su “suolo e sangue” (Modena, Chiesa di San Carlo, 14.00); la riflessione di Carlo Galli va a sottolineare i rischi connessi alla privatizzazione delle culture qualora si assuma una visione puramente formale della cittadinanza (Modena, Piazza Grande, 15.30). Roberto Esposito, cui si deve una delle più articolate trattazioni della communitas, discute il rapporto comunitario come condivisione e meccanismo di dono (Modena, Piazza Grande, 17.00); la questione dell’estraneo possiede valenze non solo politiche, ma anche squisitamente filosofiche: il pensatore tedesco Bernhard Waldenfels la indica come tratto irriducibile dell’esperienza, non derivabile dal “proprio”, né superabile nell’universale (Carpi, Piazzale Re Astolfo, 15.30). Vi sono luoghi precipui di determinate comunità, come il monastero con la sua regola, di cui parla Enzo Bianchi, Priore della Comunità di Bose (Carpi, Piazza Garibaldi, 17.30); il filosofo e teologo Adriano Fabris riflette invece sull’etica del virtuale, analizzandone criticamente i paradigmi di comunicazione (Sassuolo, Palazzo Ducale, 15.30); la sociologa Eva Illouz dedica una lezione alle trasformazioni della vita personale e collettiva imperniate su una nuova esperienza di legame, spesso vissuto in termini di fobia (Sassuolo, Piazza Garibaldi, 17.00).

Gli appuntamenti con i filosofi proseguono anche sabato sera: differenza o diversità? Identità o identicità? Roberto Escobar parla di rivalità nella sua lezione (Carpi, Piazzale Re Astolfo, 21.00); alle metropoli come laboratorio della società moderna è dedicato l’intervento di Francisco Jarauta, esperto della cultura filosofica delle avanguardie artistiche (Sassuolo, Palazzo Ducale, 21.00).

La nuova sezione del festival “La lezione dei classici” prosegue sabato 19 settembre con Paolo Virno che ricostruisce la teoria della società presentata da “Il Capitale” di Karl Marx (a Modena alle 19.00, Ex Ospedale Sant’Agostino), mentre Remo Bodei commenta il sistema teologico e politico de “La città di Dio” di Agostino di Ippona (a Carpi alle 19.00, presso la Biblioteca Loria) e Elena Pulcini si dedica a “Vita activa” di Hannah Arendt, un’opera ancora estremamente influente tra i modelli di filosofia politica (a Sassuolo alle 18.30, presso il Palazzo Ducale).

Tiratardi: appuntamenti non-stop a Modena, Carpi e Sassuolo

Tiratardi, la non-stop notturna del festivalfilosofia, si apre a Modena con il dibattito tra Tullio Gregory e Armando Torno sulla “Convivialità” (Chiesa di San Carlo, 20.30) e con due appuntamenti consecutivi con il cinema di Peter Weir: la proiezione de “L’attimo fuggente” e de “L’ultima onda” (Sala Truffaut, 20.30 e 22.45), mentre Ascanio Celestini propone la sua performance “Il piccolo paese”, in cui vengono raccontate in tono tragicomico impressioni e memorie della gente comune di fronte ai grandi eventi della storia recente (Piazza Grande, ore 21.00). La serata prosegue con “Spectacular Cities”: dalla metropoli ottocentesca alle global cities, un viaggio di andata e ritorno fra Oriente e Occidente nei quattro cortometraggi di Olivo Barbieri su Las Vegas, Shanghai, Siviglia, Roma, seguita da una conversazione tra l’autore e Marc Augé (Chiostro di Palazzo Santa Margherita, 22.30). La proposta musicale della notte è il concerto di Maurizio Betteli Revue, ispirato alle canzoni di Woody Guthrie: un percorso, fatto di parole, suoni e immagini, dove le canzoni si intrecciano con schegge di vita, frammenti di pensieri e istantanee di una esistenza vissuta on the road (Ex Ospedale Sant’Agostino, cortile del camino, ore 22,30).

Per le ore più piccole l’appuntamento è al Chiostro del palazzo Santa Margherita per il Vj set di Christian Holstad: l’artista americano presente alla Galleria Civica di Modena con la mostra “I confess”, anima la notte con proiezioni e sonorità che guardano in particolare ai generi Dark, Punk e alla musica underground statunitense, ispirate alle opere e ai temi presenti in mostra (ore 24.00). In contemporanea, Bob Corn e Comaneci propongono nu-folk e pop acustico: due concerti live nel segno del folk contemporaneo per tirare tardi nel Cortile Berengario dell’Ex Ospedale Sant’Agostino, riallestito dallo Juta cafè (dalle 24.00 alle 02.00).

Differenza o diversità? Identità o identicità? E’ la “Rivalità” il tema centrale della lezione magistrale di Roberto Escobar che dà il via al Tiratardi di Carpi (Piazzale Re Astolfo, ore 21.00). Alessandro Bergonzoni propone la performance “Noi = Io alla N” un “incontro sui tutti” dove, afferma l’artista, “Si parlerà, tra l’altro, dell’universalità del collettivo e delle collettività co(s)miche” (Piazza Garibaldi, 21.30). Lo scrittore Paolo Nori si cimenta nell’apoteosi semiseria di Ciro Menotti con lo spettacolo “I martiri nostri sono tutti risorti!”, basato su testi e ricerche d’archivio (Cortile d’onore del Palazzo dei Pio, ore 23.30).

Il resto della notte a Carpi è interamente dedicato… ai morti! (vedi comunicato stampa su “la comunità dei defunti”). Per i veri dark da non perdere la “Maratona George Romero”: si proietta la cosiddetta “Trilogia dei morti viventi”, ovvero le tre pellicole che hanno contribuito a creare l’iconografia degli zombies: La notte dei morti viventi, Zombi, Il giorno degli zombi (Auditorium della Biblioteca Loria a partire dalle 22.00).

Il Corpo Bandistico di Viano (Re) guida un “Corteo Ombroso”, processione durante la quale vengono eseguite partiture funebri risalenti agli anni ’50 (partenza alle 22.30 da Piazza Garibaldi e alle 24.00 da Palazzo dei Pio), mentre un cabaret musicale comico-macabro è la proposta della Compagnia teatrale I Gotturni con “Una notte da… Gufi” (Cortile d’onore di Palazzo dei Pio dalle 22.45). Per esorcizzare la paura degli zombie danzando tutta la notte, immancabili il dj-set a tema anni ’80 “Thriller Party”, (Cookies Kitchen & Bar, 00.30), il concerto di Anoraak “Una notte da zombie!” e il live & Dj set “Waiting for the dawn of the dead” (Circolo Culturale Mattatoio, dalle 00.30 fino alle 04.00).

A Sassuolo il piatto forte di apertura del programma del Tiratardi sono lo spettacolo di Moni Ovadia “Rabinovich e Popov”, personaggi tragicomici “dell’Atlantide che si chiamò URSS” (Teatro Carani, 20.30) e la lezione di Francisco Jarauta sulle “Metropoli”, che attraverserà, anche attraverso proiezioni di immagini, le grandi capitali del XX secolo come laboratorio delle società moderne (Palazzo Ducale, 21.00). Per i cinefili sono previsti due appuntamenti della rassegna “Cinecomunità”: M*A*S*H* di Robert Altman e Condominio di Felice Farina (rispettivamente alle 20.30 e alle 23.00 nella Casa nel Parco), mentre i più piccoli possono divertirsi con “La Pescheria Riciclata”, uno spettacolo di teatro ambulante con mimi e musica (Piazza Garibaldi, 20.30). Sarah Jane Morris celebra il concetto di libertà usando il linguaggio che le è più congeniale – quello della musica – contaminando ritmi jazz, rock e africani (Piazza Garibaldi, 22.30). Raccogliere le risorse, costruire la città, preparare l’esercito: quale popolo conquisterà l’età moderna? Lo decide “R!Evolution”, un gioco di strategia in tempo reale nelle piazze del Centro Storico (dalle 22.00 alle 02.00). E, a partire dalle 23,30, per iniziativa dei Caffè del Centro storico e delle Gallerie d’arte, una movida con Dj set, concertini, performance e, naturalmente, proposte gastronomiche per gli appetiti di quelli della notte.

Mostre e installazioni

Con il festivalfilosofia inaugurano ben 27 esposizioni che mettono in mostra la comunità, fotografano le epoche, catalogano gli umani, rendono omaggio agli eroi: sono tutte gratuite e aperte nei tre giorni della manifestazione.

Ecco le mostre proposte dagli istituti culturali di Modena, Carpi e Sassuolo.

Cinque silenziose statue di bronzo accolgono il visitatore che si affaccia all’Atrio del Palazzo dei Musei di Modena. Il loro profilo arcaico e intemporale, lo sguardo privo di soggettività, l’enigmatica fissità dei gesti, l’ordine composto come in una rappresentazione cerimoniale ne segnalano subito il carattere simbolico e corale. Sono i “Testimoni”, fra le opere più alte di Mimmo Paladino che il festival ha voluto convocare come icona della comunità, rinnovando e arricchendo l’amicizia che lega questo artista con la città di Modena. La collocazione dei “testimoni” nell’Atrio del Palazzo dei Musei, in dialogo straordinariamente espressivo con i resti classici del Lapidario, è stata resa possibile dalla collaborazione con Confindustria Modena.

Un viaggio per immagini partendo dalle piccole città, teatri dove si mettono in scena parole, gesti e valori comuni, in una sorta di etnologia del passato prossimo della provincia italiana. E’ questa la nota ispiratrice di un trittico di mostre fotografiche allestite nella sede di Modena in occasione del festivalfilosofia. La prima “Modena, dagli anni Venti al Dopoguerra”, presso la Biblioteca Civica d’Arte Luigi Poletti, raccoglie gli scatti d’epoca della collezione Umberto Tonini: testimoni e attori sono qui le piazze e i muri della città su cui sfilano – come su uno schermo – parole, messaggi, immagini dipinte e incollate che segnalano e commentano gli eventi della grande e piccola storia collettiva. Il decennio successivo è raccontato nella mostra “Anni ‘50: Modena e l’Italia della rinascita”, realizzata dal Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e allestita nei rinnovati locali dell’Ex Ospedale Sant’Agostino. Oltre 100 scatti in cui tute e divise, Vespe e Lambrette, le mitiche utilitarie Fiat, balere, corriere e cucine economiche si mostrano come veri e propri emblemi di una rinascita che non fu solo di Modena, ma dell’intero Paese.

Con un balzo verso il presente, la mostra di Olivo Barbieri “Site specific_MODENA 08”, presso la Galleria Civica, misura tutta la distanza percorsa: con uno sguardo eccentrico, già intriso degli sky-lines delle metropoli e delle global cities, l’autore osserva la città da un elicottero e ne restituisce un paesaggio a doppio fuoco: i quartieri edificati risultano virati come modelli disegnati a china, mentre affondi quasi pittorici vi catturano il gesto e la presenza di una umanità varia e nuova per provenienza e per costumi.

Lo sguardo eccentrico e alieno da ogni intento pittoresco caratterizza anche le opere fotografiche di Andreoni, Campigotto, Ferrero Merlino, Pirito, Rivetti, Thorimbert, esposte in “Due”, la mostra dedicata al secondo nucleo di acquisizioni della Collezione di fotografia contemporanea della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Il percorso espositivo – oltre 80 opere collocate negli spazi dell’Ex Ospedale Sant’Agostino – presenta paesaggi naturali resi come artifici, algide indagini in luoghi di tradizione, scarti di vite ordinarie e individui che osservano il deserto del reale chiusi nella loro particolare bolla protettiva.

Non la società italiana, ma quella americana con i suoi paradossi, miti e ideologie è il campo d’indagine della mostra “Christian Holstad. I Confess”, prima personale italiana dell’artista americano che alla Galleria Civica di Modena si “confessa” in una ideale via crucis dove scultura, disegno, collage e assemblage si sommano in un personalissimo riciclo di icone, ideologie e oggetti del recente passato statunitense.

La Galleria Civica propone anche la mostra di Ana Maria Bresciani “Omnia Vincit Labor”. Uno strumento di animazione dal nome tanto complicato quanto evocativo, il fenachistoscopio, una sorta di lanterna magica da cui è discesa l’invenzione del cinematografo, consente ai visitatori di interagire con una serie di immagini, tra cui la riproduzione di un quadro anonimo rinvenuto dall’artista nell’archivio del Patronato dei Figli del Popolo: una figura femminile, icona della Patria italiana, che accoglie al suo cospetto alcuni ragazzi in divisa, segno della dignità del lavoro (Omnia Vincit Labor) e del ruolo educativo e disciplinare che esso rivestiva nella cultura post-unitaria.

Misurazioni antropometriche, rappresentazioni “segnaletiche” fondate sulla fisiognomica, assimilazione dei tratti somatici a caratteristiche razziali portatrici di un giudizio di valore: nelle figurine tra ‘800 e ‘900 si visualizzano le trasformazioni di una cultura scientifica che stava includendo la razza nella cornice dell’evoluzionismo e gli usi di un pensiero sociale che assumeva connotati spesso apertamente razzisti. Quasi 800 se ne possono ammirare al Museo della figurina, dove la mostra People. Il catalogo degli umani fra ‘800 e ‘900 ripercorre come in una vera e propria enciclopedia il catalogo delle popolazioni allora conosciute, secondo piste di lettura che sottolineano la geografia delle razze, la specificità dei costumi e i paradigmi della classificazione (Modena, Museo della Figurina e Museo Civico Etnologico).

La mostra “Recto – Verso”, presso la Biblioteca Estense Universitaria, riflette la storia della Biblioteca e del suo patrimonio dall’apertura al pubblico (1764) fino ai giorni nostri. Documenti dell’archivio della Biblioteca, lettere, ritratti di bibliotecari, opere a stampa costituiscono un breve excursus sull’origine della raccolte e sul percorso compiuto per giungere alla maturazione del concetto di “apertura”.

I Musei Civici di Modena rendono omaggio a Garibaldi con la mostra “La stanza dell’eroe” che raccoglie come in una camera delle meraviglie le sue “reliquie laiche”: oggetti toccati o appartenuti al Generale, cimeli sorprendenti come quelli che costellarono la penisola di piccoli sacrari devozionali, portatori della nuova religiosità patriottica (Palazzo dei Musei – Musei Civici).

A Carpi Ascanio Celestini è l’autore dell’installazione “Oggetti smarriti”, presso il Museo del Deportato di Carpi: premendo un tasto, i poveri oggetti raccontano al visitatore la propria storia. “Il dilettevole giuoco dell’oca e la sua storia” è la mostra allestita a Palazzo dei Pio e presso la Torre dell’Uccelliera, sempre a Carpi: preziose tavole originali della Raccolta Bertarelli di Milano e del collezionista Piergiuseppe Piersanti documentano la storia di questo gioco antichissimo, le figure e i temi delle diverse caselle, il legame con la storia e col costume e anche la correlazione con altri giochi moderni di percorso.

A Sassuolo presso la Galleria Paggeriarte la videoinstallazione di Daria Menozzi “Moltitudine pubblica#1” allestisce i volti dei singoli che formano la comunità e, specificamente, quella di Spilamberto, in un montaggio che attraversa generazioni e culture.

Ogni anno il festivalfilosofia ha prodotto un’immagine ufficiale che ha interpretato in modo creativo il tema dell’edizione. Diffusa sul sito web e sui muri delle città nei giganteschi manifesti 6×3, questa immagine ha rappresentato il festival e la sua volontà di comunicare il sapere in forme inconsuete e popolari. La mostra “Manifestival” che arreda le pareti del grande corridoio dell’Ospedale di Sassuolo riunisce tutte queste immagini e porta il segno del festival anche a chi non può ritrovarsi quest’anno assieme agli altri nelle piazze della città.

Alle mostre proposte dagli istituti culturali di Modena, Carpi e Sassuolo, si affiancano 15 esposizioni ideate dalle gallerie d’arte private delle tre città. Per consultare l’elenco completo delle gallerie d’arte private che espongono per il festivalfilosofia e le schede relative a ciascuna mostra basta andare sul sito www.festivalfilosofia.it nella sezione “mostre e installazioni” e di qui cliccare in fondo alla pagina sul link “Le gallerie d’arte per il festivalfilosofia”.

Tra queste segnaliamo, a Modena, “Community Face”, proposta da Betta Frigieri Arte Contemporanea è la riflessione di Antonio Riello sul tema della comunità cittadina: due maschere in cartone raffigurano i volti di due emiliani “medi”, i cui tratti somatici si sono fusi con quelli di varie comunità etniche presenti a Modena, africane e orientali. I visitatori, durante le tre giornate del festival, sono invitati a indossare la riproduzione di queste maschere come segno di appartenenza, seppur temporanea, alla città Modena.

I “Piccoli Ulisse” dell’artista argentina Silvia Levenson, proposti nell’Open space della Galleria San Salvatore viaggiano con canotti neri e remi di vetro: rappresentano alcuni dei tanti clandestini fatti sbarcare in un paese sconosciuto o prima ancora persi per mare e fanno riflettere sulla fragilità stessa del viaggio e dei nostri strumenti di salvezza. Nella stessa galleria anche “Doppio gioco” di Mauro Ghiglione.

Esistono luoghi in cui la comunità ha depositato, conserva e tramanda le proprie memorie. Alla Galleria D406, nella mostra personale del modenese Andrea Chiesi “Comunità di memoria. I luoghi”, l’artista rappresenta con pitture a olio gli archivi storici e le biblioteche della città, colti nella suggestione di spazi vuoti, essenziali. Completano la mostra un centinaio di disegni che ritraggono la comunità come insieme indistinto di tante figure umane.

Alla Galleria Studio Vetusta l’artista Gilda Scaglioni partecipa alla riflessione sulla sulla memoria con la mostra “77: maramures, sapànta, cimitirul, vesel” curata da Patrizia Silingardi e Sonia Schiavone, con la consulenza di Adriana Jebeleanu. Il titolo dell’esposizione deriva da un remoto distretto della Romania: Maramures, dove si trova il Cimitirul Vesel della cittadina di Sãpanta, creato tra il 1934 e il 1977 dall’artista Joan Stan Patras: un cimitero fuori dell’ordinario in cui, attraverso la profusione cromatica e l’ironia degli epitaffi, vengono celebrate l’allegrezza e la gioia. Numerose le personali: Sabrina Miconi espone i suoi coloratissimi “Pinocchi and Friends” presso la Galleria Punto Arte; i collages e i diapo-collages di Dominique Vaccaro sono in mostra alla Galleria Amphisbaena; le tele di Mattia Scappini, dedicate ai “Confini passanti” sono esposte nella Galleria di Francesca Castelli.

Non mancano anche originali proposte “collettive”: la Galleria 42 Contemporaneo presenta Ottomani (Mattia Barbieri, Jorg Nittenwilm, Adriana Jebeleanu e Stefano Pasquini), un collettivo che lavora in sito a un’opera comune, mentre la Galleria Art Eqyp propone unità.com (Mauro Barbieri, Grazia Sarcina, Arnaldo Vignali, Francesca Pasquali e Bruno Pegoretti), una simultanea di artisti che incrociano diversi orientamenti stilistici.

A indirizzo storico ricostruttivo è infine la mostra “Le comunità spontanee. Modena 1969 – 1999”, che la Galleria Spazio fisico dedica ai tempi mitici dell’Osteria Tondelli.

A Carpi, presso la Galleria Abitart, Barbara Uccelli propone una riflessione sull’undicesimo comandamento, ossia la necessità dell’amore. E’ il tema dell’esposizione “11th commandment”: la mostra fotografica ne indaga l’istinto, la forza, la disperazione e la semplicità. Sempre l’amore, ma quello per il nostro pianeta, è al centro delle fotografie di Aldo Meschiari, esposte presso la Galleria d’Arte Soho di Carpi nella mostra “Obiettivo Terra”. Il pianeta è un bene comune, una risorsa da preservare a uso delle generazioni future, ma anche un patrimonio visuale.

A Sassuolo, presso i Magazzini Criminali in piazzale Gazzadi, il fotografo Fabio Boni espone “Dentro le case con le persone” a cura di Luiza Samanda Turbini. La mostra riporta alla vista ritratti familiari normalmente presenti nelle case di ciascuno di noi: alcune di queste fotografie sono esposte e visibili tutti i giorni, sui mobili, accanto al letto, sulle vetrine, nei soggiorni. Container Art Gallery propone “Connections” mostra di Stefano Fioresi e Patrizia Giacobazzi: i soggetti delle opere esposte sono tratti da foto scattate durante viaggi di ricerca, nel caso di Fioresi, e a Sassuolo, suo paese natale, nel caso della Giacobazzi. In mostra anche l’installazione “Sogno di un Avatar”, di Alessandro Zannier, ispirato al suo nuovo album “Le Notti Di Oz”.

Giochi e laboratori per tutti

Al festivalfilosofia sono previsti momenti dedicati a grandi giochi di gruppo: sessantatrè caselle disposte a spirale, due dadi a guida del cammino, insidie distribuite lungo il percorso e soprattutto – ogni tanto – una bella oca che consente di balzare in avanti verso la casella finale e il suo premio. Il Gioco dell’Oca è tra i più antichi giochi di percorso e, per la sua radice popolare, racchiude aspetti del costume, idee e atteggiamenti della società. A Carpi, nella prestigiosa cornice di Piazza Martiri sabato 19 e domenica 20 settembre a partire dalle 16.00, viene allestito un gigantesco gioco dell’oca per divertire adulti, bambini e ragazzi. Si gioca a piccoli gruppi, con l’assistenza di un operatore, soltanto dopo aver costruito la propria ochetta-segnalino (Carpi, Piazza Martiri, sabato e domenica dalle 16.00).

Prosegue anche sabato sera l’appuntamento con “I Fric Son Chic”: caccia al tesoro online per gli under 35 in programma dalle 21.00 alle 23.00, appuntamento ormai immancabile di ogni edizione del festivalfilosofia. Ogni sera del festival i partecipanti possono testare le proprie conoscenze e abilità di navigatori informatici rispondendo a domande curiose e divertenti, tutte riguardanti il folle mondo dei maccheronicamente ribattezzati “Fric”. Il gioco è virtuale, ma mette in palio premi reali: un viaggio di sette giorni in Grecia, un fine settimana per due persone in una città a scelta tra Parigi, Londra o Barcellona, weekend per due in una città d’arte italiana. Ma anche iPod, cd e gadget. Le iscrizioni sono aperte sul sito www.fricsonchic.carpidiem.it

Sassuolo diviene teatro di salti temporali tra le varie epoche storiche con il grande gioco di ruolo dal vivo “R!Evolution” che coinvolge circa 100 persone. Il gioco si svolge sabato 19 settembre dalle 22.00 alle 2.00 in cinque piazze del centro storico. Quale popolo conquisterà l’età moderna? I partecipanti, organizzati in 5 villaggi, impersonano diversi ruoli gareggiando per evolversi dall’età della pietra all’era contemporanea. Arena del gioco saranno le cinque piazze del centro di Sassuolo: Piazzale della Rosa, Piazzale Teggia, Piazza Grande, Piazza della Libertà e Piazza Garibaldi. Con gli organizzatori che fungono da sciamani, i giocatori si lanciano in una corsa verso la conquista dell’era moderna passando attraverso quattro epoche che vanno dalla preistoria al medioevo, dal rinascimento alla modernità, utilizzando gli strumenti dell’amministrazione e del commercio, ma anche della guerra e della razzia. Il capitale più prezioso in palio è la cultura, perché solo le comunità che ne accumulano possono vincere il gioco. Le iscrizioni sono aperte sul sito www.lerune.org

Per i più piccoli

Che non ci sono differenze tra gli uomini e le culture viene ribadito da Giorgio Scaramuzzino che, con un’anteprima nazionale in collaborazione con il Festival della Scienza di Genova, porta a Sassuolo “Ma che bella differerenza. La diversità spiegata ai bambini”. Un monologo dedicato ai più piccoli, dai 9 ai 13 anni, che attraverso storie di paesi vicini e lontani vuole far comprendere e accettare l’importanza della diversità (Sassuolo, Teatro Carani, dalle 10.30 alle 11.15).

Sabato pomeriggio al festivalfilosofia i personaggi importanti dei libri di storia diventano più simpatici: “Garibaldi…sei un mito!” è una narrazione per ragazzi dai 7 ai 12 anni in cui Marco Bertarini racconta gli episodi più avventurosi della vita di Garibaldi. L’appuntamento è a Modena, presso il Palazzo dei Musei, con i laboratori su prenotazione dalle 15.00 alle 16.30 e dalle 17.30 alle 19.00 per costruire i due soldatini “di piombo” raffiguranti Garibaldi e la sua Anita (Modena, Palazzo dei Musei). Se nel gioco dell’oca vuoi sostituire le oche con il tuo gatto, il teschio con i Simpson e il labirinto con il compito di matematica, l’appuntamento è a Carpi in Piazza Martiri, dalle 16.00 alle 19.00 con “Loca, occha, ocha, occa, oca”: un laboratorio grafico-pittorico che permette di costruire una personalissima tavola del gioco dell’oca, inserendo le figure della buona e della mala sorte secondo la propria fantasia. Si potrà poi portare a casa la tavola, per giocare insieme agli amici e divertirsi nuovamente (Carpi, Piazza Martiri, dalle 16.00).

A Sassuolo nella Casa del Parco ci sarà “In-vento”, laboratorio di bandierine di preghiera tibetane a cura di Cittadellarte -Fondazione Pistoletto (sabato, ore 15-19, domenica ore 10-13). Il festival porta anche i bambini “Lungo il Mississipi con Huckelberry Finn”: una lettura animata racconta le avventure di due “schiavi” in fuga che discendono il grande fiume su una zattera. Huck, un ragazzo dall’infanzia disgraziata, fugge dal padre ubriacone che lo tiene sotto chiave e lo bastona senza pietà; Jim, nero e schiavo davvero, fugge dai padroni per non essere venduto al mercato. La lettura di Daniela Fini seleziona i passi più brillanti del capolavoro di Mark Twain – da cui si dice discenda l’intera letteratura americana – intercalandoli con ritmi blues eseguiti dal vivo da Giovanni Tufano, a evocare lo scorrere delle onde del grande Mississipi. L’appuntamento è per sabato 19 e domenica 20 settembre alle 17.00 a Sassuolo presso la Biblioteca Cionini.

IN CASO DI PIOGGIA

– a Modena: le lezioni magistrali e gli spettacoli previsti in Piazza Grande si terranno nella tensostruttura di Piazza Roma e saranno visibili sui maxischermi di Piazza Grande e della Chiesa di San Carlo

– a Carpi: le lezioni magistrali e le letture si terranno nella tensostruttura di Piazzale Re Astolfo, gli spettacoli al Teatro Comunale

– a Sassuolo: le lezioni previste in Piazza Garibaldi e a Palazzo Ducale si terranno nella tensostruttura di Piazzale Avanzini

Infoline: Consorzio per il festivalfilosofia, tel.059/2033382 e FestivalFilosofia.