firmaIl Consiglio comunale ha approvato tre documenti sull’istituzione dell’Anagrafe comunale dei Testamenti biologici, al termine di un dibattito su una mozione di iniziativa popolare promossa dal comitato Alta Voce. La mozione è stata illustrata in aula dalla rappresentante di Alta Voce, Carla Ruffini.Il primo ordine del giorno di maggioranza  impegna la giunta ad istituire entro il 31 dicembre 2009 l’Anagrafe comunale delle Avvenute redazioni di dichiarazione anticipata di trattamento. Il documento è stato approvato con la seguente votazione: 23 voti favorevoli (Pd, Idv, Vinci della Lega Nord, il sindaco); 12 voti contrari (Lega Nord, Pdl, Udc, Città Attiva), 4 astenuti (Lista civica Reggio 5 Stelle beppegrillo.it, Sinistra e Verdi, Rodolfi e Caselli del Pd).

Il secondo Ordine del giorno di maggioranza auspica la produzione di un’apposita legislazione nazionale in materia. Il documento è stato approvato con 24 voti favorevoli (Pd, Idv, il sindaco); 15 voti contrari (Lega Nord, Pdl, Lista civica Reggio 5 Stelle beppegrillo.it, Città Attiva, Sinistra e Verdi e Udc).

La mozione di iniziativa popolare è stata approvata con il seguente esito: 8 voti favorevoli (Lega Nord, Città Attiva, Idv, Sinistra e Verdi, Lista civica Reggio 5 Stelle beppegrillo.it); 5 contrari (Udc, Caselli, Cigarini e Rodolfi del Pd; Iotti della Lega Nord); 21 astenuti (Pd, il sindaco, Giovannini della Lega Nord). I consiglieri del Pdl Bassi, Cataliotti, Eboli, Filippi, Gualtieri e Terenziani non hanno partecipato al voto.

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L’intervento del Sindaco Delrio

Il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio è intervenuto  in consiglio comunale nel dibattito sulla mozione popolare per l’istituzione di un’anagrafe delle dichiarazioni del testamento biologico. A seguire alcuni passaggi del suo intervento.

“Abbiamo discusso oggi di argomenti importanti che non esulano dalle competenze della città, del benessere dei cittadini, argomenti che ci riguardano. Dal punto di vista politico, etico e personale. Personalmente condivido appieno la proposta di legge del Pd. Questi argomenti sono stati affrontati con un eccesso di ingerenza da parte dello Stato quando avremmo bisogno di rispettare soprattutto in questi anni la capacità di decidere dei malati e dei familiari con il supporto discreto degli operatori sanitari e non con i carabinieri alle porte. Uno Stato deve fare in modo evitare qualsiasi prevaricazione.

Non credo affatto che questa sia una discussione tra laici credenti o non credenti. Le argomentazioni di oggi vanno al di là, attengono alla visione dell’uomo e dello Stato, così equilibrata e capace che ci ha dato la Costituzione e che una legge ordinaria non ci ha dato. La libertà è un fattore che riguarda i credenti, il primo dono fatto da Dio agli uomini è quello della libertà.

Abbiamo detto che in questa città, in questo Paese, in una comunità che ama la Costituzione che vuole la libertà come diritto inviolabile, non ci si è limitati a ‘proclamare’ la libertà o il diritto ad aprire le scuole, ma si è trovato il modo, la sapienza amministrativa, la via, per poter costruire l’esigibilità di un diritto nella maniera più adeguata.

Si deve rendere giustizia al fatto che la semplificazione che ha operato il Pd con il suo ordine del giorno è nel senso di questa pazienza, di questo tipo di approccio. Non un approccio sbrigativo, perché bisogna darsi il tempo di affrontare con serietà questi temi.

Condivido pienamente la proposta che ha fatto il Pd: troviamo lo strumento che amministrativamente regga per questo tipo di aspirazioni che condividiamo. Una proposta sulla base di un’analisi accurata delle prerogative che ha il Comune, delle capacità che può garantire. Una cosa che un’Amministrazione seria non può permettersi di fare è di illudere di dare un diritto ai cittadini quando non ce l’hanno. Questo sarebbe un problema molto serio. Vorrei uscissimo con la consapevolezza di aver svolto una discussione non banale.

Abbiamo sempre lavorato perché i diritti delle persone diventassero esigibili e questo è un lavoro faticoso. La soluzione non è in tasca, va cercata, insieme. Le proposte della mozione popolare non garantiscono i diritti che i proponenti si aspettano e che i consiglieri condividono. Non basta un modulo per risolvere il problema. Il problema è molto più complesso.

Se il Comune cerca un suo spazio amministrativo, una sua possibilità, rispetto alla legge che è in approvazione, non va visto come una timidezza, ma come un atto di serietà e di profondo rispetto delle motivazioni presentate in quest’aula che condividiamo nella sostanza e che abbiamo dovere, come Amministrazione e come partito di governo, di formulare nel modo più adeguato e sostenibile. Per questo appoggerò con convinzione e orgoglio l’ordine del giorno del Pd che ha proposto spostare l’asticella avanti, ma senza accarezzare la pancia, e mi asterrò sulla mozione popolare.

Abbiamo bisogno tutti di fare un passo indietro per fare un passo avanti insieme, con il maggior numero di persone possibile. Se le donne di questa città avessero pensato di costruire la loro emancipazione contro le donne cattoliche o che la pensavano diversamente da loro, non avremmo oggi donne così protagoniste, a tutti i livelli. Portare avanti insieme le sensibilità di tutti per costruire le risposte giuste”.